Nel 2017, 1 milione e 778 mila famiglie (6,9% delle famiglie residenti), nelle quali vivono 5 milioni e 58 mila individui (8,4% dell'intera popolazione), erano in condizione di povertà assoluta. Cifre nude e crude quelle contenute nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 comunicate ieri.

Si tratta dei dati più alti dal 2005 in termini sia di famiglie sia di singoli individui. La condizione di povertà è riconducibile a una spesa per consumi pari o inferiore a quella stimata come minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una famiglia con determinate caratteristiche, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile.

Questa spesa minima rappresenta la cosiddetta soglia di povertà assoluta. L'Istat calcola tante soglie quante sono le combinazioni tra 38 diversi tipologie di famiglie (definite a seconda del numero e dell'età dei componenti), 3 tipi di comune di residenza (Centro area metropolitana, periferia area metropolitana e comuni con 50.001 abitanti e più, altri comuni fino a 50.000 abitanti) e le 3 macro ripartizioni geografiche.

La soglia più bassa è stimata pari a 497 euro mensili di spese per consumi per una famiglia con un unico componente di oltre 75 anni di età residente in un piccolo comune del Mezzogiorno, mentre la soglia più alta è pari a 2.010 euro di spese per consumi per una famiglia di 5 componenti (due ragazzi tra gli 11 e i 17 anni e tre adulti tra i 18 e i 59 anni) residente nel centro di un'area metropolitana del Nord del Paese. I valori medi nazionali di incidenza del fenomeno sottendono notevoli differenze territoriali e tra diversi gruppi sociali.

Distinguendo tra italiani e stranieri il fenomeno ha interessato nel 2017 il 6,2% dei cittadini italiani (pari a 3 milioni e 449 mila individui) e il 32,3% degli stranieri (pari a 1 milione e 609 mila individui). Rispetto al 2016 l'incidenza della povertà assoluta tra gli individui è stimata in crescita di 0,5 punti percentuali (da 7,9% a 8,4%), e ciò deriva dalla combinazione di una crescita di 0,7 punti percentuali per i soli italiani (da 5,5 a 6,2%) e di una riduzione di 1,7 punti percentuali per gli stranieri (da 34 a 32,3%), tra i quali l'incidenza della povertà assoluta rimane tuttavia ampiamente superiore al 30%.

L'analisi territoriale mostra che, nel 2017, quasi la metà degli individui in povertà assoluta sono residenti nel Mezzogiorno, con un'incidenza del 11,4% sulla popolazione, al Centro e nel Nord l'incidenza è simile, pari rispettivamente al 5,1 e 5,4%. Nel Mezzogiorno il fenomeno interessa il 10,2% degli italiani e il 40% degli stranieri, la cui consistenza numerica è tuttavia estremamente ridotta.