Oltre 500mila italiani hanno una forte predisposizione genetica al cancro e soltanto il 40% ne è consapevole. Il motivo? Lo scarso impiego dei nuovi test molecolari che, a basso costo, potrebbero aiutare a scegliere le terapie più efficaci. La rivelazione, che ha il sapore di denuncia, porta la firma di Ruggero de Maria, presidente di Alleanza Contro il Cancro, nel corso di un intervento al convegno sul tumore metastatico della mammella organizzato presso il Senato.

"Chi possiede una forte predisposizione genetica ad ammalarsi continua a non saperlo e non intraprende appropriati programmi di prevenzione che potrebbero salvargli la vita", l'osservazione di de Maria. "Senza un identikit molecolare dei tumori è molto difficile progredire nelle terapie. Negli Stati Uniti e in diversi paesi europei, la decisione se procedere con la chemioterapia dopo la chirurgia è presa in base a test molecolari molto precisi e non con le metodiche convenzionali usate in Italia".

E i risultati purtroppo si vedono: "Da noi le pazienti operate per tumore alla mammella rischiano di fare la chemioterapia senza trarne beneficio o, ancora peggio, possono non farla nonostante ne abbiano bisogno per evitare una recidiva". Da qui un appello: "La validazione clinica e la diffusione nel territorio dei nuovi test richiedono un supporto istituzionale, c'è necessità di fornire adeguati strumenti al Ministero della Salute per attivare programmi di ricerca sanitaria che portino rapidamente alla messa a punto di test molecolari ad alta capacità analitica, a basso costo e diffusi nel territorio".