Un’acqua alta eccezionale, secondo molti albergatori sottostimata di almeno 5 o 6 centimetri. Con cancellazioni a lungo termine, che nel ponte e nel weekend raggiungono in alcuni casi anche il 30%, gli enormi disagi per gli hotel di Venezia, registrati con un questionario che Ava ha sottoposto ai suoi iscritti, riguardano anche strutture che finora non erano mai state coinvolte dal fenomeno dell’acqua alta.

Il commento del presidente di Ava, Vittorio Bonacini: «Ringrazio gli albergatori e i loro collaboratori per aver garantito il servizio anche in condizioni di disagio estremo. Quello di lunedì è stato uno dei rarissimi casi in cui l’acqua non scende nemmeno nel periodo di “bassa”, tra le due altissime maree, e le strutture alberghiere sono state invase dall’acqua per più di 15 ore consecutive. Malgrado ciò gli alberghi sono stati operativi e hanno fornito ai clienti un servizio all’altezza della situazione, facendo fronte come possibile alla chiusura dei ristoranti e alle difficoltà negli spostamenti. Ci sono state molte disdette, di chi non è riuscito ad arrivare ma anche da parte di chi si è impaurito. Saranno quantificate a breve. Preoccupa però il fatto che le informazioni non siano arrivate in modo corretto e che le disdette continuino anche per le prenotazioni dei prossimi giorni. Ci auguriamo che la situazione possa rientrare e che passi il giusto messaggio sulla durata di questi fenomeni e dei disagi. Ringraziamo l’amministrazione e in particolare il sindaco Luigi Brugnaro che si è speso moltissimo, speriamo che a breve termine vengano trovate le necessarie soluzioni tecniche da tempo promesse».

Emblematico il caso dell’hotel Ca' Nigra lagoon resort, che nel restauro del 2004 era stato predisposto a un’altezza di 1.57 metri e in cui finora l’acqua non era mai entrata. «Per la prima volta ho avuto il piano terra completamente allagato – spiega la titolare, Stefania Stea –. È andato sotto di 6 centimetri. Evidente quindi che si è andati ben oltre i 156 centimetri annunciati». È in corso in queste ore, oltre ai lavori di elettricisti e manutentori per ripristinare la normale situazione, anche la quantificazione esatta dei danni, in particolare ai marmi, corrosi dal sale. «Al piano terra abbiamo alcune camere, la sala colazione, la hall, la sale macchine e il vano ascensore. Anche gli impianti sono stati fuori uso per ore, eravamo senza linea telefonica ed era quindi impossibile procedere con check-in e check-out – aggiunge Stea -. Alcuni clienti hanno capito la gravità della situazione, altri invece non erano ben informati». Non sono mancate lamentele, per il gin tonic non servito nel bel mezzo del picco di alta marea e soprattutto per la difficoltà nel trovare ristoranti aperti per la cena. Le cancellazioni stanno arrivando a breve ma, cosa particolare, anche a medio e lungo raggio. In particolare negli hotel di categoria lusso, si registra fino al 30% di rinunce per il ponte ma cancellazioni anche a soggiorni fino a dicembre. Si preannuncia quindi un ponte con una grande quantità di camere libere e di offerta inevitabilmente al ribasso, tra gli alberghi del centro storico.

Se da una parte gli albergatori hanno dovuto affrontare il problema dei turisti che hanno sottovalutato la pericolosità dell’acqua alta, in molti casi vissuta come un gioco, allo stesso tempo si è registrata poca comprensione da parte dei clienti in tutta la città. Qualcuno invece si è spaventato e ha preferito andarsene prima di sera. «Nonostante il Graspo de Ua abbia camere solo a partire dal primo piano, due persone si sono presentate con le valigie e hanno voluto il check-out, per andare a dormire in piazzale Roma, dove si sentivano più sicure – spiega Michele Mazzetto, titolare dell’hotel Canal regio e del ristorante e hotel Graspo de Ua -. Abbiamo avuto alcune cancellazioni anche per i prossimi giorni. Nonostante le rassicurazioni, i turisti hanno visto le immagini in televisione e si sono spaventati. Ed è difficile spiegare, anche agli italiani, che l’acqua è scesa, che la situazione è sotto controllo e Venezia è tornata come prima».

Il Canal regio ha subito più danni materiali: «Le paratie non sono state sufficienti, due camere al piano terra si sono allagate con guasti a scaldabagno e alcuni impianti. Stiamo inoltre aspettando di poter quantificare i danni agli arredi. Al Graspo de Ua solo tante lamentele perché i clienti non sono potuti uscire la sera e perché la sala ristorante, al piano terra, era completamente allagata e quindi fuori uso. Abbiamo allestito, come possibile, la colazione in una stanza del primo piano ma nonostante l’impegno le lamentele non sono mancate».