Cinque dipendenti (tra cui la direttrice) dell'ufficio postale di Pieve Modolena, una frazione di Reggio Emilia, sono stati presi in ostaggio da un uomo, Francesco Amato, 55 anni, condannato il 31 ottobre scorso, a 19 anni di carcere nel processo "Aemilia" sulla presenza della 'ndrangheta al Nord Italia. E' successo questa mattina. Dopo quasi 7 ore di tensione, i carabinieri hanno fatto irruzione e portato fuori Amato, che intanto si era arreso.

CHI E' FRANCESCO AMATO
Assieme al fratello Alfredo, secondo i magistrati della Dda di Bologna, Amato era "costantemente in contatto con gli altri associati (e della famiglia Grande Aracri) in particolare per la commissione su richiesta di delitto di danneggiamento o minaccia a fini estorsivi, commettendo una serie di reati".

RILASCIATA UNA DONNA
L'uomo, nei cui confronti pendeva un ordine di carcerazione, è entrato nelle Poste di Via Fratelli Cervi con un coltello, urlando "vi ammazzo tutti". Ha trattenuto cinque persone ma ha fatto uscire i clienti. Uno degli ostaggi, una donna è stata poi liberata in tarda mattinata ed è stata subito soccorsa dal personale del 118.

"SONO UN DELINQUENTE NON UN MAFIOSO"
Sul posto si sono recati carabinieri e polizia, che hanno svolto trattative con Amato. Chiuse tutte le vie limitrofe. La situazione è sempre rimasta "sotto controllo": Amato, che - riferiscono i carabinieri - non sembrava in uno stato molto lucido, "ha chiesto di parlare con dei politici, in particolare con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla condanna, a suo dire ingiusta", in quanto lui sarebbe "sì un delinquente, ma un delinquente onesto, non mafioso".

HA APERTO LUI LA PORTA
"Ha aperto la porta lui, ha fatto uscire gli ostaggi e si è consegnato", ha riferito il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Cristiano Desideri. A convincere l'uomo alla resa sono stati "il tempo, la pazienza e il dialogo coi negoziatori, che gli hanno fatto capire che non avrebbe potuto ottenere quello che chiedeva".