Il giudice del lavoro di Milano ha confermato la legittimità del licenziamento di Marica Ricutti, la mamma ex dipendente di Ikea, separata e madre di due figli (di cui uno invalido), che era stata lasciata a casa dall'azienda svedese per motivi disciplinari. La donna, che aveva pubblicamente denunciato la vicenda e aveva fatto ricorso (con l'assistenza dei sindacati) contestando l'ordinanza della prima fase di giudizio, non ha fornito elementi in grado di dimostrare il presunto carattere discriminatorio del provvedimento.

IL GIUDICE NON FA DIETROFRONT
A deciderlo è stato il giudice del lavoro di Milano, che aveva già respinto la richiesta di reintegro e di risarcimento danni, scrivendo allora che i comportamenti della donna erano stati "di gravità tali da ledere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore".

LA STORIA DEI TURNI
Tutto era nato nel novembre del 2017 quando Ricutti, sostenendo di non riuscire a coprire una nuova turnazione che le era stata assegnata dall'azienda, insieme con un nuovo incarico, aveva deciso di autodeterminarsi i turni. "Ho chiesto più volte maggiore flessibilità - aveva spiegato all'epoca la donna - perché per me era spesso molto complicato rispettare quegli orari. Mi hanno sempre rimpallato da una persona all'altra. Allora ho deciso di fare gli orari che facevo nel vecchio posto". Una mossa che aveva spinto l'azienda a licenziarla.

"FATTI PIENAMENTE CONFERMATI"
Il giudice ha sottolineato inoltre che "i fatti disciplinarmente rilevanti e contestati dalla datrice di lavoro a Ricutti" sono "pienamente confermati" e la difesa della ricorrente non ha "introdotto ulteriori elementi per modificare il giudizio".

LA NOTA DI IKEA, LA REPLICA DELLA DIFESA
La sentenza, ha commentato in una nota l'avvocato di Ikea, Luca Failla, "per la seconda volta, smentisce le speculazioni e le ricostruzioni di parte dei mesi scorsi". ZIl legale dell'azienda, Luca Failla, sottolinea che la sentenza "per la seconda volta, smentisce le speculazioni e le ricostruzioni di parte dei mesi scorsi". Ribatte il sindacato con Marco Beretta, segretario generale della Filcams Cgil Milano: "Il medesimo giudice del Tribunale di Milano ha confermato il giudizio espresso in fase di rito d'urgenza. Siamo al primo grado di giudizio. Ricorreremo in appello perché rimaniamo convinti che il licenziamento sia un atto sproporzionato ed ingiusto".