Se il mercato della pizza, al mondo, ha un valore di 134 miliardi di dollari, solo negli Stati Uniti la 'fetta' supera i 45 miliardi, vale a dire un terzo del totale. Negli Stati Uniti il numero delle pizzerie, ultimo aggiornamento, è stato calcolato in 75.243, mentre le prime 50 catene hanno una media-vendita che tocca i 577.909 dollari.

Sempre negli USA la maggioranza delle pizze viene vendute da catene di ristoranti che raccolgono il 58,9% del globale, che vuole dire 26,6 miliardi, mentre il restante, gli indipendenti. 41% si prendono 18,5 miliardi. La pizza, poi, e non si tratta certo di una sorpresa, nel 2017 si è guadagnata anche il 'premio' di segmento della ristorazione casual che maggiormente è cresciuto.

Pizza Hut, Domino's e Little Ceasars, sono in assoluto le prime catene di pizzeria al mondo, e sono ovviamente statunitensi. Curioso anche vedere dove esistono più pizzerie negli States: al comando c'è il New Hampshire con una media di 3,58 per ogni 10.000 persone, all'ultimo posto le Hawaii con 1,06. Ma oltre alle catene 'storiche' tra le pizzerie, a dimostrazione e conferma che si tratta di un settore della ristorazione sempre in crescita, ci sono anche le emergenti, quelle nuove e tra i nomi al vertice troviamo Mod e 'Pie Five'.

Ma la pizzeria, detta così sembra solo americana, anche se ad averla portata negli Stati Uniti sono stati gli immigrati italiani, in particolare quelli provenienti da Napoli e dintorni ovviamente. Uno dei nomi storici , il primo in assoluto, è Gennaro Lombardi, che aprì la prima pizzeria negli USA: a New York. E proprio la 'Big Apple' si è conquistata la fama di patria della pizza a stelle e strisce, un primato che però le viene conteso da Chicago.

In un certo senso, con le dovute cautele e ovvie differenze, è un po' come Italia, quando si parla di pizza romana e napoletana. Ma se la Big Apple e Wind City negli USA si contendono il primato della pizza, anche Chicago ha fatto un passo avanti. Infatti un paio di mesi fa è stato inaugurato il primo U.S. Pizza Museum che se online e con mostre temporanee esisteva già dal 2015, soltanto dal 10 agosto ha la propria sede fisica. E visto che si tratta di pizza, il museo diventa così anche un modo per ripercorrere la strada della immigrazione italiana.

L'idea di offrire alla pizza un museo è stata di Kendall Bruns che ora è riuscito anche a portare la sua creatura su un superficie espositiva di quasi 300 metri quadrati. Bruns, originario ovviamente di Chicago, artista, imprenditore, ma forse soprattutto uno straordinario amante della pizza, aveva cominciato da anni una collezione personale di oggetti dedicati a questo piatto famoso in ogni angolo del mondo. Si tratta della storia della pizza che comincia da oggetti, fotografie, ricordi di come furono gli immigrati italiani a portare nel Paese la ricetta, la pasta, il pomodoro e la mozzarella.

Poi, ma successivamente, gli americani hanno compreso, prima di tutti gli altri, che la pizza si poteva trasformare in un grande business. E così è stato. Ma Bruns, con il suo museo, vuole ripercorrerne le strade, fin dagli albori. "Come cibo preferito dagli americani - ha spiegato Burns - la pizza ci offre una facile porta d'ingresso per conoscere la storia, la cultura e le persone che ci sono state dietro. Quello che mi aspetto è che il nostro museo abbia un effetto nostalgico sui chi ci verrà a visitare".

C'è anche da aggiungere che U.S. Pizza Museum è una mostra aperta al pubblico in maniera gratuita, non si paga il prezzo del biglietto, si deve solo prenotare la visita. Cosa c'è esposto? Bruns ha raccolto un mix di cimeli della cultura pop della pizza e oggetti vintage, come antichi menù, ma anche le scatole nelle quale un tempo venivano messe le pizze, una volta cotte, negli Stati Uniti. È in pratica la storia di un alimento che oltre un secolo fa veniva venduto, come si direbbe oggi, al taglio, avvolto da un pezzo di carta per alimenti, a New York a 5 centesimi, divenuto poi nel tempo 'portatore' di miliardi di dollari.

E il visitatore viene avvolto da questa atmosfera particolare, perché alla fine si tratta di un tour intimo che attraverso oggetti che una volta potevano anche sembrare insignificanti, racconta la storia, la evoluzione non solo di un alimento, ma anche di coloro i quali lo hanno portato dall'Italia agli States. Un sogno americano che per la pizza si è avverato nella maniera più clamorosa.

Ma al U.S. Pizza Museum la pizza non si mangia. Infatti solo per eventi speciali verrà servita agli ospiti, mentre per il resto ci si potrà comunque avvalere dei consigli dello staff di Bruns, per trovare a Chicago la pizza migliore. E in questi giorni è arrivata anche la conferma che il museo continuerà la propria attività almeno fino alla fine dell'anno, per tutte le festività. E la battaglia tra Chicago e New York continua, perché anche nella Big Apple, a Brooklyn, è stato inaugurato il Museum of Pizza, che, come ha spiegato Alexandra Serio, la direttrice, vuole celebrare pizza e arte che poi può an che essere la stessa cosa.