Sono stati presentati nei giorni scorsi ad Atlantida i graffiti della Grande Guerra, la mostra organizzata in occasione del centesimo anniversario della fine della prima Guerra Mondiale. L’evento - ospitato all'interno del centro culturale Pablo Neruda della città - è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’Ente Friulano Efasce ed il Circolo Italiano della Costa de Oro.
Le struggenti immagini raccolte sul fronte italo-austriaco tra il 1915 e il 1918 fanno parte della collezione del Museo Militare di Ragogna in provincia di Udine; si tratta di una piccola selezione dei quasi duemila graffiti del periodo bellico contenenti incisioni, scritte, epigrafi e lapidi ritrovate nel territorio friulano e nelle aree contigue.


Furono esposte per la prima volta in Uruguay 2 anni fa presso l’Ateneo di Montevideo e rappresentano senz'altro una testimonianza viva di quel drammatico periodo.
"Da tempo - ha raccontato il presidente di Efasce Mario Mattiussi che ha curato la presentazione della mostra - cercavamo una città nell’interno che potesse ospitare le immagini dopo il grande successo ottenuto in passato a Montevideo e così aumentarne la diffusione. Durante un incontro di cori ci siamo messi in contatto con l’ex presidente del circolo Mario Darino e da parte loro c’è stata subito la massima disponibilità nel realizzare questa iniziativa".


"Il centenario della fine della guerra - ha proseguito Mattiussi nella sua analisi - ci offre l’opportunità oggi di riscoprire e promuovere il valore della pace. Stiamo parlando di uno degli eventi più tragici degli ultimi secoli che ha prodotto milioni di vittime tanto in Europa come nel resto del mondo e che ci ha lasciato pesanti conseguenze".
Uno dei luoghi simbolici del grande conflitto fu proprio il Friuli Venezia Giulia, terra di frontiera e di confine che visse "lotte cruenti, morte, sacrifici inumani e drammatiche conseguenze sociali".
Tutto questo è ben visibile in ogni graffito, "una testimonianza di quei soldati che nel mezzo della battaglia ci rivelarono emozioni e sentimenti che restano vivi ancora oggi. Fu allora che, per la prima volta, la società vide irrompere la morte massificata e la perdita dei limiti tra l’umano e il disumano". Ed è proprio per questo motivo che "oggi dobbiamo approfittare
per riflettere e promuovere la cultura della pace".


"Iniziative come questa - ha spiegato la presidente del circolo Sandra Riva - sono estremamente significative dato che tutti noi figli o nipoti di italiani siamo stati in qualche modo indirettamente coinvolti dall'esperienza delle guerre. Per chi emigrava queste ferite restavano sempre vive. Siamo cresciuti ascoltando storie e aneddoti che ci hanno profondamente segnato e continuiamo a portare con noi. Questo evento è stato un modo per avere maggiori informazioni al riguardo".
Secondo Sandra Riva è ulteriormente significativo il fatto di aver coinvolto una città dell’interno dell’Uruguay in questo progetto: "Fuori da Montevideo esistono delle grandi collettività di italiani anche se a volte ce ne dimentichiamo. Ricordare la prima Guerra Mondiale anche per noi rappresenta un qualcosa di simbolico e dovuto. Speriamo che attività come queste possano ripetersi".


Ad Atlantida la serata si è conclusa con l’esibizione del coro friulano Voci e Pensieri che ha proposto per l’occasione i brani "Le campane di San Giusto" e "La riva bianca, la riva nera". Tra l’Ente Friulano e l’associazione della Costa de Oro si sta sviluppando una grande collaborazione che - come hanno assicurato i responsabili - "porterà in futuro ad organizzare altre iniziative di carattere culturale".

MATTEO FORCINITI