Tutto sommato, l’apertura di Matteo Salvini e Luigi Di Maio all’Unione europea sulla "rivisitazione" al ribasso della manovra economica era prevista. Impossibile pensare di arrivare alle elezioni europee con una probabile recessione. Dunque, nonostante gli annunci delle settimane passate del tipo "non tocchiamo nulla", da qualche giorno sia il leghista che il grillino rilasciano dichiarazioni più malleabili, non più ognuno chiuso nella propria idea (o propaganda). Su una possibile riduzione del deficit nella manovra e dall'incontro Conte-Juncker, il ministro dell’Interno ha detto che "noi lavoriamo per mantenere, con buon senso, gli impegni presi con gli italiani. L'importante è che la manovra economica restituisca il diritto al lavoro, alla salute e alla pensione e aiuti le imprese. Non ci interessa litigare con l'Europa, chiediamo solo rispetto per gli italiani e che lascino lavorare questo governo, non ci impicchiamo a uno zero virgola in più o in meno".

Fino a qualche tempo fa, era assolutamente improbabile sentire dalla viva voce di Salvini parole così. In pratica, il governo modificherà la legge di bilancio e dunque rivedrà al ribasso le stime del deficit. Tuttavia, dopo le prime aperture dell'esecutivo su una possibile modifica del rapporto deficit-Pil la strada sembra essere ancora in salita. Soprattutto sulle eventuali correzioni alle due misure più importanti della manovra che al momento non hanno visto ancora la luce se non per gli stanziamenti previsti in manovra. Si ragiona se far slittare l'entrata in vigore degli interventi per risparmiare un po’ di risorse. Oggi, intanto, il primo tassello di questo complicato puzzle della manovra 2019 dovrebbe essere posto. Il Senato dovrebbe licenziare, con voto di fiducia, il decreto fiscale che accompagna la legge di bilancio e che ne prevede parte delle coperture finanziarie.

Intanto nel corso del vertice politico tenutosi ieri a palazzo Chigi alla presenza tra gli altri di Salvini, Di Maio, il premier Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria, si è fatto il punto sugli emendamenti alla legge di bilancio. Si è confermata la volontà di non andare allo scontro diretto con l'Europa e di mantenere un dialogo costruttivo, ma i tempi non sembrano ancora maturi per arrivare nelle prossime ore a una decisione sulla modifica dei saldi di bilancio programmati, finora ritenuti intoccabili. Il governo sta valutando la possibilità di rimodulare le due misure cardine della manovra, ovvero reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni.

Ieri sera si è fatto il punto sugli emendamenti depositati dalla maggioranza e si è deciso se e quali eventuali proposte di modifica possa presentare il governo, come anticipato dal presidente del Consiglio. L'obiettivo è far leva sul rilancio degli investimenti, fronte sul quale il dialogo con l'Europa è già stato avviato. "C'è un'interlocuzione in corso, la richiesta – ha spiegato un ministro che ha seguito il dossier a Bruxelles – è che venga parametrato
con il piano di investimenti europeo". Durante la cena con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, sabato, anche Tria, ha avuto un ruolo nel delineare un percorso che porti a una soluzione nel contenzioso con l'Ue. L'esecutivo punta a prendere tempo per spingere Bruxelles ad attendere quantomeno il 19 dicembre per fissare il giorno in cui presentare le proprie raccomandazioni.