La crisi economica in Venezuela ha avuto effetto anche sul mondo della ricerca: si stima infatti che siano almeno 12.000 i ricercatori che abbiano lasciato il paese per andare in Ecuador, ColombiaArgentina, Stati Uniti e Canada, a causa del taglio delle risorse e della crisi economica. Lo hanno segnalato diversi ricercatori all'ultimo incontro dell'Accademia delle Science dell'America Latina (Aca), tenutosi a Santiago del Cile.

SIAMO TORNATI INDIETRO DI 50 ANNI
"La scienza venezuelana è tornata indietro di 50 anni e ci vorranno almeno due generazioni per ricostruirla, a causa della crisi che sta vivendo il paese", ha detto Claudio Bifani, presidente dell'Accademia. "Per questo invito tutti i membri dell'Accademia a collaborare e ad aiutare i ricercatori del Venezuela e anche quelli del Nicaragua. Il tema del Venezuela dovrebbe essere prioritario", ha continuato, Quello che è successo e sta accadendo, secondo Bifani, "sta distruggendo tutto ciò che si è costruito con tanto sforzo a livello scientifico. E' stato cancellato tutto".

NON ESISTE UNA POLITICA SCIENTIFICA DEFINITA
Il Venezuela era un paese con un "buon livello di ricerca scientifico fino a 10 anni fa", ha aggiunto Ramon Latorre, Premio nazionale per le scienze cileno. "Oggi non c'è una politica scientifica definita. C'è invece un processo di distruzione sistematica: non vengono finanziati i progetti di ricerca liberi e non ci sono programmi di borse di studio", ha rilevato Bifani. Alla conferenza ha parlato anche Elvira Cuevas, docente dell'Università di Porto Rico, che ha lavorato per anni in Venezuela: "La situazione della scienza e' catastrofica, come se fosse passato un uragano che ha distrutto tutto. Si sono tagliate le risorse pubbliche e un paese che era a livello dei paesi più sviluppati nella scienza, ora si trova in una condizione peggiore di quelli del terzo mondo".