Botta e risposta, di quelli al fulmicotone, tra il governatore della Liguria, Giovanni Toti e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Al centro dello scontro il ruolo di Autostrade e la ricostruzione del ponte Morandi di Genova. Ieri, ospite del programma "L'aria che tira" in onda su La7, il ministro del governo gialloverde ha attaccato a muso duro l’esponente del partito del Cavaliere: "Toti è uno sponsor di Autostrade per l'Italia, diciamolo chiaramente non prendiamoci in giro. Toti fa parte di Forza Italia e mi pare chiaro che ribadisca continuamente la sua volontà di affidare ad Autostrade la ricostruzione del ponte".

Ma, ha proseguito: "mi pare chiaro che io non lo farò, e anche la Lega è d'accordo con noi" anche perché "non farei mai guadagnare migliaia di euro a chi ha causato 43 morti per via della trascuratezza dei valori e della centralità del denaro". Toti, quindi, ha aggiunto Toninelli "non è in buona fede" perché "è vicino a un certo tipo di sistema ed è normale che mi contesti ma, come gli ho già detto in aula, mi preoccuperò solo quando smetterà di farlo".

La replica del governatore della Liguria non si è fatta attendere ed è arrivata via Facebook: "Caro ministro, facciamo così, facciamo un referendum su Gronda, Terzo Valico e altri cantieri che tieni bloccati nella tua penna con supponenza. Ma mettiamoci la faccia: se i cittadini diranno di sì alle grandi opere, tu metti una parte dei soldi dedicati al reddito di cittadinanza nei cantieri per accelerare i lavori e ti dimetti". Al contrario, ha rilanciato il presidente della Regione "se i cittadini voteranno per fermare i lavori, mi dimetto io seduta stante. Se ci stai, organizziamo subito il voto".