Davanti al "pressante problema" costituito da quanti fuggono da guerre e miseria "non si può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli". Così ieri Papa Francesco nel discorso ai nuovi ambasciatori della Santa Sede, ricevuti nella sala Clementina del Palazzo Apostolico, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali degli ambasciatori di Grenada, Gambia, Bahamas, Svizzera, Capo Verde, Islanda, Turkmenistan, Malta, Qatar ed Estonia, che hanno iniziato ieri il loro servizio presso la Santa Sede. Secondo Francesco, "è essenziale che il rispetto per la dignità umana e per i diritti umani ispiri e diriga ogni sforzo nell'affrontare le gravi situazioni di guerra e conflitti armati, di opprimente povertà, discriminazione e disuguaglianza che affliggono il nostro mondo e che negli ultimi anni hanno contribuito alla presente crisi delle migrazioni di massa". "Nessuna efficace soluzione umanitaria a quel pressante problema - ha quindi aggiunto - può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli". La Chiesa, da parte sua, ha spiegato Francesco, "è impegnata a lavorare con ogni interlocutore responsabile in un dialogo costruttivo teso a proporre concrete soluzioni a questo e altri urgenti problemi umanitari, con l'obiettivo di preservare vite umane e dignità, alleviando sofferenze e incrementando un autentico e integrale sviluppo". Ma la giornata di ieri ha visto anche un durissimo l’intervento del Pontefice contro un certo tipo di giornalismo che si presta a dare il fianco al mondo del gossip. L'invito di Francesco, nel corso dell’incontro con i redattori di Telepace,ricevuti ieri in udienza nella Sala Clementina in occasione del 40 anniversario dell'emittente, è quello di essere "narratori che non cadono nel pettegolezzo. La comunicazione non è solo trasmissione di notizie: è disponibilità, arricchimento reciproco, relazione''. "È un malcostume che ogni giorno insidia la comunità umana, seminando invidia, gelosia e bramosia di potere. Si può, perfino, uccidere una persona con quest'arma, sia impugnandola, ovvero costruendo pettegolezzo, sia passandola di mano, quando si presta ascolto prolungando la vita alla menzogna e alla delazione. È importante, quindi, comunicare responsabilmente, pensando anche a quanto male si può fare con la lingua, con il chiacchiericcio, con il pettegolezzo". Papa Francesco ha anche rinnovato nell'occasione l'invito a "promuovere un giornalismo di pace, un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle, sono al mondo la maggioranza, che non hanno voce, un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale"