L'inversione di rotta della Lega sul sostegno pubblico all'editoria è tutta nelle dichiarazioni di ieri di Salvini. Il Ministro dell'interno, ieri, ha detto che quei milioni di euro potrebbero andare ad aiutare un disabile in difficoltà. La demagogia vive di dichiarazioni di genere, tuonare contro il nemico, in questo caso i giornalini che vivono un giorno da giornalini, e con la lacrima all'occhio indicare l'amico da tutelare. Eppure sembra che, nonostante i tagli all'editoria, o meglio la decisione di far morire la piccola editoria, al povero disabile il Governo non abbia pensato, anzi; un esponente del Movimento Cinque Stelle proprio su questo punto ha aperto un'imponente questione. Ma d'altronde per chi fa politica con i tweet, con le dirette facebook, la funzione dei giornali può avere solo un'accezione negativa; perché far intermediare a qualcuno l'informazione, visto che si può fare direttamente, tre, quattro parole, qualche cancelletto tre asterischi ed il gioco è fatto. La propaganda non richiede analisi, commento, ma, soprattutto, cultura. I giornalini non servono, fanno danno, andassero sul mercato, se vogliono vivere, nonostante un mercato, per altre ragioni, non ci sia; come per l'opera, per il cinema, per il teatro, per la cultura in genere che, da sempre, richiedono l'accompagnamento di politiche pubbliche di incentivazione. Ma si parta dai giornali, inutili grancasse i effimeri parolai, che rubano risorse al povero disabile: tirato in ballo solo quando serve per la propaganda di chi non potendo permettersi il confronto cerca il silenzio; o la rissa.