Cinque Stelle sotto una cattiva stella: mentre loro governano l’economia si mette al brutto…di brutto! Non è colpa loro, non c’è rapporto diretto tra i guai marcianti dell’economia mondiale (e italiana) e M5S al governo di Roma. Non c’è rapporto di causa-effetto, non fosse altro perché le dimensioni pur ragguardevoli dell’economia italiana non sono tali da determinare come va il pianeta.

Non è colpa loro, è una cattiva stella. Come dicono a Roma…gli dice male ai Cinque Stelle sul piano dei portafogli pubblici e privati. Indietreggia il Pil e arretra la produzione industriale in Germania, e scusate se è poco. Frena l’economia in Francia e Spagna. Rallenta i giri e sputacchia anche e soprattutto la macchina economica della Cina. E anche negli Usa Trump scruta con preoccupazioni gli indici dello stato di salute dell’economia americana. Trump vuole essere rieletto ma il “Prima gli americani” in economia sta perdendo, come dire, la sua forza propulsiva.

Quindi in fondo nessuna sorpresa per la batosta che l’Istat ha appena registrato per la produzione industriale in Italia: meno 1,6 per cento Novembre su Ottobre 2018 e soprattutto meno 2,6 per cento Novembre 2018 su Novembre 2017. rallentano, frenano, vanno indietro praticamente tutti i comparti industriali.

Vuol dire meno lavoro, meno salari, meno profitti.

E quindi quasi subito a ruota meno investimenti e meno consumi.

E’ già oggi una debolezza planetaria che già oggi dà un qualche corpo alla grande paura: quella di un’altra recessione economica.

Dicesi recessione quando per due trimestri consecutivi il Pil marca segno negativo. Succede, talvolta succede. Il fatto è che se succede un’altra volta…Il punto dolente, dolentissimo è proprio quel dirsi “un’altra volta”.

Un’altra volta dopo la più grande recessione e crisi mondiale dell’economia, quella partita nel 2007 negli Usa e poi estesa a tutte le economie.

Qualcosa che gli italiani hanno vissuto, sofferto e pagato: ancora adesso il Pil italiano non ha recuperato i livelli pre crisi e ancora il reddito medio disponibile è inferiore a quello di dieci anni fa. Si sono persi in Italia 10 punti di Pil, ancora non recuperati.

Dieci punti di Pil, cioè? Cioè l’ultima recessione ha fatto danni economici pari, è stato stimato, a quelli di una guerra su scala planetaria.

Gli italiani hanno sofferto e pagato molto ma rispetto alla dimensione di quello che è accaduto e poteva loro accadere sono stati perfino protetti.

Sono stati protetti gli italiani e gli europei e gli americani proprio da ciò che poi gli elettorati hanno individuato come i colpevoli.

Mentre gli Stati, i governi, la Ue, la Bce, la Fed, i Parlamenti e le istituzioni, che poi saranno bollati come elites e caste nemiche, pompavano denaro pubblico nelle economie dei rispettivi paesi e territori, mentre i governi, poi vissuti come insensibile se non infami, trasformavano in debito pubblico i debiti privati che mai i privati avrebbero potuto onorare…

Mentre si impedivano ondate di autentica miseria come nella grande recessione del 1929, i governi che ,lo facevano passavano come i responsabili, i colpevoli da punire. Così è andata e anche e soprattutto da questo qui da noi è nato M5S.

M5S che in economia ha non una ma due stelle polari. La prima guida ogni passo di Di Maio e spesso Di Maio la illustra. Eccola: “i soldi ci sono, andiamoli a prendere!”

La seconda è: togliamo, tagliamo i soldi ai parlamentari e a pensionati battezzati d’oro e ce ne sarà per tutto e per tutti.

Sarà interessante, già è intrigante osservare che effetto farà sui Cinque Stelle navigare in un mare economico in cui soldi ce ne sono meno. Meno e non più.

La cattiva stella sui Cinque Stelle è un’economia che si mette al brutto.

Stella molto cattiva perché i Cinque Stelle non hanno mappe ideologiche, culturali, economiche (tanto meno di governo) per muoversi in questi territori.

Territori a loro ignoti, volutamente ignoti.

Un’economia che si mette al brutto è per i Cinque Stelle letteralmente impensabile. Pensano i Cinque Stelle che un’economia al brutto non possa esistere se non per complotto, stortura, congiura.

Se il mare dell’economia si alza i Cinque Stelle d’istinto se la prendono con i grandi piroscafi. Di rotte per ridossarsi, riparare e di tecniche per navigare con il mare grosso non ne hanno. Per convinzione e politica…religione.

Infatti hanno costruito, voluto, votato una Manovra di Bilancio Italia 2019 che ha come dogma di fede (più o meno come quello dell’uno e trino) l’avanzata, la crescita, il boom, il bellissimo stabile dell’economia italiana ( di quella mondiale non sanno) nel 2019.

Sta andando tutto il contrario e quindi, se l’economia si mette al brutto e la loro Manovra è una messa di vele al vento del bello, la loro Manovra è prendere l’onda nel modo peggiore, prenderla di brutto. E’ mettere la barca a rischio capovolgimento.

E comunque, a parte i rischi, di sicuro c’è già oggi in giro meno soldi e lavoro per domani.

Come faranno i Cinque Stelle che predicano e sinceramente credono soldi e lavoro basta allungare la mano?

E la Lega, e Salvini? 

Non governano forse con Di Maio e Cinque Stelle? Non si può far conto su di loro se l’economia si mette al brutto? 

Non pare proprio: far di conto, affidarsi se l’economia si mette al brutto a chi ha raccontato e fatto bandiera si possa e sia giusto andare in pensione a 60 anni o poco più?

Affidarsi a chi sa così tanto dell’economia da credere fermamente che per ognuno che va in pensione un altro viene assunto? Non succede mai, non è mai successo.

Anzi no, succedeva nelle economie pianificate sovietiche e nell’economia clientelare della Partecipazioni Statali e dell’impiego pubblico e succede nelle mille e mille società a partecipazione pubblica.

La rotta leghista nel mare dell’economia è in fondo quella dei partiti clientelari della cosiddetta Prima Repubblica.

Con in più e in peggio frontiere chiuse, dazi, autarchia e ovviamente niente stranieri.