La notte tra l’8 e il 9 luglio 1918, in piena Prima Guerra Mondiale, salvò la vita ad Ernest Hemingway, allora 18enne impegnato come volontario della Croce rossa lungo la linea del Piave, e ancora lontano dal divenire uno dei maggiori scrittori del Novecento.
A oltre un secolo di distanza quel giovane soldato italiano ha un nome: si chiamava Fedele Temperini e secondo il biografo americano James McGrath Morris, aveva 26 anni e veniva da Montalcino (Siena).

Temperini fu dilaniato da un colpo di mortaio facendo involontariamente da scudo a Hemingway, il quale rimase però gravemente ferito a una gamba.
McGrath Morris, che ne ha scritto sul Washington Post sarebbe riuscito a risalire all’identità di Temperini con l’aiuto di un appassionato di storia bellica,Marino Perissinotto.
Ora il Comune di Montalcino sta compiendo ricerche per scoprire se esistano discendenti di Temperini.

“Stiamo ricostruendo, attraverso gli archivi comunali, l’albero genealogico della famiglia Temperini – spiega il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli– per sapere se esistono ancora dei discendenti. Quello che siamo riusciti a sapere fino ad ora è che la famiglia si potrebbe essere estinta il 6 febbraio del 1930 con la morte dei suoi genitori”.

Il nome di Fedele Temperini figura dal 1922 nel monumento ai caduti della patria del comune senese che si trova in piazza del Popolo insieme ad altri tre probabili appartenenti allo stesso ceppo familiare: Adis, Angelo e Antonio.
I genitori del soldato, Zelinda Marconi e Pellegrino Temperini, entrambi residenti a Montalcino, secondo quanto ricostruito dal Comune, si erano sposati nel 1889 e l’8 febbraio del 1892 avevano dato alla luce Fedele.

“Abbiamo appreso della notizia dalla stampa – spiega Franceschelli – nella nostra città si tratta di un cognome molto diffuso con diversi ceppi. Ho già dato indicazioni agli uffici perché possano ricostruire la storia di questa famiglia di nostri concittadini”.