Di Maio è certamente un bugiardo seriale, abituato a dire cose senza senso purché facciano effetto sul suo pubblico di ignoranti. Di fronte alle critiche della Banca d’Italia, che ha abbassato le stime dì crescita dell’Italia, ha detto: “Tanto sbagliano sempre”. E anche “Parlano quelli che non sono riusciti a difendere le banche”.

Su quest’ultimo punto va ricordato a Di Maio che le banche falliscono ovunque e, in ogni caso, non esistono indagini aperte o condanne di Bankitalia per omessi controlli. Quindi spara scemenze. La vigilanza, comunque, non ha alcun rapporto con quelli che fanno gli studi. Più raffinata la prima questione: sbagliano sempre. Il modello econometrico utilizzato da Bankitalia si compone di un migliaio di equazioni e considera altrettante variabili.

Il padre di questo modello è considerato Franco Modigliani (purtroppo scomparso), persona gentilissima, molto amico di Gaetano Salvemini, e abituata a parlare chiarissimo. Fuggito in America nel 1939 a seguito delle leggi razziali. Negli Stati Uniti divenne anche presidente dell’Associazione degli economisti americani, titolare di cattedra all’Mit di Boston e, infine, premio Nobel. Modigliani ha disegnato anche i modelli econometrici per la Banca di Spagna, quella svedese e persino per la Federal Reserve americana. Per anni quasi tutti i massimi dirigenti di Bankitalia sono stati suoi allievi all’Mit, grazie allora governatore Guido Carli che lo stimava molto.

Ma – dice Di Maio – Bankitalia sbaglia. E qui commette una scorrettezza. Il modello econometrico (difficile da capire per un ex steward…) non sbaglia. Tanto è vero che Bankitalia è arrivata buona ultima nel rivedere al ribasso le previsioni di crescita italiane: prima di sono espressi nella stessa direzione tutti gli altri centri di previsione internazionale e alcuni dei maggiori fondi di investimento mondiali. Quello che può capitare (e capita continuamente) è che cambino le condizioni della realtà, cosa che ovviamente determina risultati diversi rispetto a quelli previsti dai vari modelli. Non a caso questi modelli (molto complessi e molto raffinati) vengono fatti girare abbastanza spesso proprio per tenere conto delle mutate condizioni del mondo reale.

Ma Di Maio è convinto (perché nulla sa) che l’economia italiana andrà in grande ripresa perché il governo distribuirà al popolo una decina di miliardi (presi a debito). Forse gli va spiegato che l’economia italiana, ancora per un po’, è una macchina da 1600-1700 miliardi all’anno: dieci miliardi in più o in meno fanno non un boom, ma un solletico.