DI GIUSEPPE TURANI
Il paese è in recessione, probabilmente servirà una seconda manovra (meno servizi o più tasse), ma lui, Dibba, Alessandro Di Battista, se ne viene fuori con la proposta (importantissima) di tagliare gli stipendi di Fabio Fazio e di Bruno Vespa.
Ma non si tratta di un caso isolato.
La verità è che i 5 stelle sono dei talebani in versione occidentale. Che senso avrebbe, infatti, stabilire la chiusura domenica dei negozi o la pretesa di controllare (attraverso la Guardia di finanza) come saranno spesi eventualmente i soldi distribuiti con il reddito di cittadinanza?
Non si fa in nessuna parte del mondo.
La verità è che i 5 stelle sono convinti che bastino queste sciocchezze per mettere il paese al riparo dai guai.
Nessuno ha spiegato loro (o non lo hanno capito) che il paese è una cosa più grossa.
L’Italia, nonostante tutto, è un’economia da 1600-1700 miliardi all’anno.
La Rai potrebbe anche pagare Vespa e Fazio il doppio e non cambierebbe assolutamente niente.
Cambierebbe, invece, se si rendessero conto che la manovra appena varata è ormai priva di senso e che andrebbe rovesciata, riscritta. Magari fatta riscrivere da Cottarelli o dalla Banca d’Italia, da gente cioè che sa che cosa è la macroeconomia.
Invece no.
Ci stanno precipitando in una crisi che potrebbe diventare anche gravissima, ma la loro preoccupazione prima sono gli stipendi di Vespa e di Fazio, che almeno fanno ascolti.
Gli stipendi stellari dei collaboratori di Di Maio vanno invece bene.
La verità, molto semplice, è che i 5 stelle hanno intravisto un crollo alle europee.
E allora, nel tentativo di recuperare, si abbandonano ai loro antichi vizi: gli attacchi personali, la denigrazione sistematica delle persone, l’invidia per chi ha avuto qualche successo.