La tradizione gastronomica è uno degli aspetti più importanti della cultura di un popolo attraverso il quale si esprimono le sue origini e la sua composizione. Ciò che caratterizza la cucina del Friuli Venezia Giulia è la sua incredibile ricchezza di ricette che sono il risultato di un incrocio di culture, paesaggi e ambienti diversi.

Non sono solo dei semplici piatti ma rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale particolarmente sentito anche all’estero dalle famiglie di emigrati come evince dal libro “Le nostre radici a tavola. La cultura del cibo legame con la terra d’origine. I prodotti e la cucina friulana, giuliana e slovena” scritto dalla giornalista Alessandra Salvatori.

Il libro è stato presentato nei giorni scorsi alla Casa degli Italiani di Montevideo in un evento organizzato dalla locale Famèe Furlane al quale hanno partecipato anche i rappresentanti dell’Ente Friuli nel mondo in visita istituzionale in Argentina e in Uruguay.  

“Nel corso delle tante testimonianze che abbiamo raccolto durante i nostri viaggi all’estero è emerso un grande desiderio di raccontare il proprio Friuli frutto della propria esperienza personale specialmente tra i giovani che hanno beneficiato di borse di studio” ha raccontato a Gente d’Italia Alessandra Salvatori, direttore di Telefriuli, al termine dell’incontro.

Alla domanda su quale sia stata la cosa che è rimasta maggiormente impressa durante il soggiorno in Friuli, per quasi tutti gli intervistati la risposta era sempre la stessa, il cibo, con la riscoperta dei piatti che evocavano piacevoli ricordi familiari. “Una volta tornati a casa, nei loro paesi, per questi ragazzi mangiare assume un significato diverso, è un modo attraverso il quale si può rinnovare il legame con le proprie radici. Un boccone diventa un’esperienza e ci ricorda un viaggio”.

Edito dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, il volume pubblicato nel maggio del 2018 e tradotto in diverse lingue ha ottenuto la collaborazione di diverse istituzioni tra cui l’Ente Friuli nel Mondo, l’Associazione Giuliani nel Mondo e l’Associazione Lavoratori Emigrati del Friuli Venezia Giulia (ALEF). 

“Conoscere le tradizioni culinarie” -ha osservato il direttore di Telefriuli- “è conoscere la cultura di un popolo. Cucinare è un atto d’amore e questo libro, oltre a essere dedicato ai friulani all’estero per mantenere vivo il ricordo delle loro origini, vuole dare il giusto significato e il giusto valore a quello che è un patrimonio importantissimo per tutti gli italiani”. Pur descrivendo la preparazione dei piatti, il libro non è un semplice ricettario dato che è arricchito da tantissime fotografie che raccontano storia, aneddoti e curiosità dei piatti e la loro diffusione in giro per il mondo.

Una tradizione che viene fortemente mantenuta anche in Uruguay dalla comunità friulana, come dimostra il caso -solo per citare un esempio- della sagra della polenta che organizza ogni anno la Famèe Furlane. La protagonista assoluta è la polenta cotta al fuoco secondo il rito antico sul cjavedâl,emblema della cucina friulana: “Le famiglie si riunivano intorno al fogolâr per mangiare e riscaldarsi ma anche per stare insieme condividendo del tempo insieme. Oggi questa abitudine si sta perdendo ma all’estero viene spesso conservata. La cucina ci ricorda chi siamo e da dove veniamo per guardare al futuro”.

Matteo Forciniti