A lungo si è sostenuto che l’impetuoso avanzare dei 5Stelle era servito a scongiurare il rischio dell’estremismo lepenista, dirottandone le pulsioni eversive su posizioni in gran parte condivise o condivisibili dall’area democratica del nostro Paese.

E’ accaduto invece che – mentre il Front National (modellato sull’italiano MSI), battuto da Macron, si trasformava in un meno minaccioso Rassemblement National (autodefinitosi ‘sovranista- populista’  sul modello di ‘Fratelli d’Italia’), in Italia si verificava una trasformazione in gran parte opposta.

I 5Stelle, infatti, si vincolavano ‘contrattualmente’ a una Lega che sempre più è andata assumendo le caratteristiche di un movimento di estrema destra: proprio quella deriva che si sperava i 5Stelle fossero destinati a impedire.

Ma, ancora una volta, i ‘benpensanti’ hanno sperato (con un esercizio che gli inglesi chiamano di wishful thinking,dare per avverato quello che semplicemente si desidera accada) che da questa apparentemente incongrua alleanza traessero vantaggio proprio i 5Stelle, forti della percentuale conquistata del 33% : quasi il doppio di quella della Lega (17%). Il timore degli alleati di centro destra – non ingiustificato – fu allora che la Lega si lasciasse sopraffare dai 5Stelle.

Cosa sia accaduto è evidente a tutti.

Sul piano della gestione del potere – inaspettatamente conquistato – i grillini non han fatto che cedere spazi a Salvini, dapprima giocando in difesa e successivamente subendone e quasi accettandone l’iniziativa.

Sul piano dei consensi – in modo analogo  o consequenziale, in base ai sondaggi – sembrano essersi invertite le percentuali, e non è improbabile che – alle Europee – sarà la Lega a ottenere il doppio dei voti dei partner.

E, ancora di più, c’è da temere che gli stessi elettori dei 5Stelle (già provenienti in gran parte dalle file  scompaginate della sinistra), preda di una nuova delusione, stiano soggiacendo – alla Zelig – alla sindrome sovran-populista di Salvini.

Proprio quella sindrome  che, nelle aspettative di molti, i 5Stelle erano chiamati a esorcizzare.

Ne è risultato che, intenzionalmente o meno, il movimento già di Grillo sembra destinato a svolgere la ben nota funzione del Cavallo di Troia. Introdotto spensieratamente entro le mura di una già debole e pericolante  struttura democratica il cavallo dell’alleanza giallo-verde, la sua pancia si rivela contenere le agguerrite truppe di una avanzata estremista e dichiaratamente anti-democratica, alla quale il Paese  – e tanto meno ciò che rimane della sinistra – non paiono in grado di opporre una resistenza efficace e davvero unitaria.

Sembra – al contrario – che quanto più imminente si presenti il pericolo di una involuzione autoritaria e populista, tanto più forte e autodistruttivo diventi l’impulso della sinistra a dividersi.