L’obiettivo? Arrivare a un milione di votanti per le primarie del Partito democratico, in programma domenica. È quanto si augurano Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti, i tre candidati segretari ieri protagonisti di un faccia a faccia su Sky Tg24. Una speranza, comunque, sponsorizzata soprattutto da Zingaretti: "Dobbiamo lottare per arrivare almeno a 1 milione di elettori, andiamo tutti a votare perché le primarie del Pd stanno diventando primarie per l'Italia, il Pd è malato, ma è l'unico grande soggetto politico attorno al quale si può costruire un'alternativa". Anche Martina si aspetta 1 milione di partecipanti alle primarie, aggiungendo che "ci sono tutte le condizioni perché alle prossime elezioni europee il Pd cresca e cresca bene, mi aspetto più del 20%". Giachetti ha sottolineato: "Siamo gli unici che fisicamente ancora selezioniamo la nostra classe dirigente, solo con gli iscritti abbiamo avuto 190 mila persone che si sono mobilitate e ne avremo molte di più con le primarie aperte: Di Maio è stato investito della carica di candidato premier con 37 mila click, le finte primarie di Salvini hanno portato 15 mila persone ai gazebo. Mi auguro che a queste primarie parteciperanno tante persone che credono ancora nel progetto originario del Pd e nel grande lavoro che abbiamo fatto in questi anni". Tornando al confronto televisivo, si può dire che è andato avanti “liscio”, senza particolari litigi. L'unico momento in cui lo studio televisivo si è acceso è stato quando Giachetti è tornato a minacciare il suo addio alla casa madre in caso di alleanze con il Movimento 5 Stelle o ritorno di esponenti fuoriusciti con la scissione che portò alla nascita di Mdp e Leu. A cercare di sdrammatizzare il clima c’ha pensato Zingaretti: "La notizia è che Giachetti non se ne va: perché nessuno vuole allearsi con i Cinque Stelle e nessuno vuole un ritorno al passato", ha spiegato il presidente della Regione Lazio che, però, si è trovato anche dover difendere un suo sponsor politico, l'europarlamentare Goffredo Bettini, dall'accusa mossa da Giachetti: "Il governo sostanzialmente sostiene un dittatore. Non è solo un problema dell'Italia, c’è un problema del Parlamento Europeo. Mi rincresce che solo 8 deputati hanno votato insieme a M5s. Se Lega e tra i deputati che lo hanno fatto c’è Bettini che sostiene Zingaretti",
è stata l'accusa di Giachetti. "Non si può mettere in discussione la scelta di un parlamentare europeo che era finalizzata a una maggiore adesione così come anche l'Alto Commissario Federica Mogherini ha spiegato", la replica di Zingaretti che al suo competitor, poco dopo, ha riservato una frecciatina: "Che ci siano delle idee diverse in un Partito Democratico è auspicabile, altrimenti rimaniamo in quattro gatti", ha detto rivendicando la coalizione messa insieme per vincere la corsa alla Regione Lazio. Una vittoria che, per il Pd odierno, "è cosa rarissima", ha chiosato. Confronto meno frizzante sui grandi temi nazionali, a partire dai giudizi sul governo per arrivare fino alla crisi in Venezuela. Per tutti e tre i candidati occorre sostenere l'iniziativa europea, abbandonando la linea adottata dal governo lega-M5S che ha portato "all'isolamento del nostro Paese", hanno spiegato quasi in coro. Stessa sintonia riguardo al “No” all'idea di introdurre una tassa patrimoniale e sul giudizio sul governo: "La situazione è drammatica dal punto di vista finanziaria, questo governo ci sta portando in una tempesta pericolosissima per gli italiani. Hanno abbassato l'asticella della lotta all'evasione fiscale", ha detto Martina. "La vergogna è che ci sono 140 miliardi in pancia dello Stato. Il danno della propaganda del governo è che si dimenticano di spenderli. Dobbiamo togliere ogni riserva sui cantieri e avviare le opere", ha concluso Zingaretti.