"Io ero e continuo a rimanere favorevole. Questo non c'è onestamente nel contratto di governo perché il M5S non la pensa così. Però io continuo a ritenere che togliere alle mafie, dalle strade e al degrado il business sia una cosa positiva". Parole queste del vicepremier Matteo Salvini che così ha risposto una domanda sulla possibile riapertura delle Case a luci rosse. "Direi soprattutto per il controllo sanitario, sia per chi fa quel lavoro
sia per i clienti - ha proseguito Salvini -. Quindi io continuo a ritenere che il modello austriaco sia un modello che funziona". "Però non aggiungiamo problema a problema. Chiudiamo quelli aperti, prima di riaprire le Case chiuse". Già l'anno scorso il ministro aveva espresso il concetto sui social. Il 15 gennaio del 2018 postò su Facebook e Twitter un articolo in cui la moglie di un pensionato aveva fatto scoprire un giro di prostituzione cinese a San Donato Milanese e commentò: "Regolamentare e tassare la prostituzione come nei Paesi civili, riaprendo le case chiuse. Ne sono sempre più convinto". Il giorno dopo spiegò in radio la sua visione del problema. "Prostituirsi è una scelta - disse - E nel mondo sviluppato non si fa finta di niente. Oggi in Italia questo mercato lo gestisce la criminalità. E riguarda 80 mila persone. In Austria, Svizzera, Germania si mettono le regole, si danno garanzie. È un lavoro come un altro che si fa per scelta ed è sanitariamente tutelato e tassato".