“Non esiste nessun caso. Come dimostra la giornata di oggi (ieri, ndr) con la firma di questi accordi, i rapporti tra Italia e Uruguay sono eccellenti”. Risponde infastidito il ministro degli Esteri uruguaiano Rodolfo Nin Novoa nella conferenza stampa che intrattiene insieme al collega italiano Enzo Moavero all’interno del Palacio Santos.

A colpire, in questa visita di Moavero in Uruguay, è l’assenza di un incontro ufficiale con il presidente della Repubblica Tabaré Vázquez, un fatto eccezionale visto anche quanto accaduto nei giorni precedenti negli altri due paesi del viaggio, in Paraguay e in Argentina. Nin Novoa giustifica questo dicendo che si è trattato solo di “motivi straordinari” che avrebbero impedito la riunione con il capo di Stato uruguaiano atteso in serata all’Antel Arena per un mega evento aperto al pubblico sulla discussione della legge finanziaria. Nin Novoa lo dice subito all’inizio della conferenza stampa quasi a mettere le mani avanti, lo ripete pochi minuti dopo rispondendo alle domande di Gente d’Italia. “Oggi è un giorno speciale per l’Uruguay perché celebriamo il quarto anno di Governo, l’ultimo di questa legislatura. Se il presidente Vázquez non ha ricevuto il ministro Moavero è solo per ragioni di agenda. Non ci sono altre interpretazioni”.

Giustificazioni "diplomatiche" che nascondono però una verità palese: non c’è stata la volontà presidenziale di incontrare Moavero… Bastavano solo pochi minuti per una stretta di mano…. Ma l'incontro non c'é stato e a tutti é apparso eloquente che non si é trattato di una disattenzione protocollare.... Forse, ripetiamo, non rivolta personalmente a lui, Moavero, ma senza dubbio ai responsabili della organizzazione della sua visita in Uruguay Come risultato concreto, comunque questa visita del ministro degli Esteri italiano in Uruguay ha portato alla firma di quattro accordi su svariate tematiche. Si parte dall’abolizione della doppia imposizione fiscale tra i due paesi che vuole “prevenire l’evasione fiscale nelle imposte sul reddito e sul patrimonio” e che cerca anche di “promuovere gli investimenti da parte delle piccole e medie imprese”.

Un capitolo speciale viene riservato al tema giudiziario al centro di due diversi accordi. Il primo riguarda il trasferimento di persone condannate in modo che questi “possano scontare la pena nel territorio dello Stato di conformità”. Forte è il sospetto che la misura riguardi Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta arrestato nel 2017 dopo 23 anni di latitanza e attualmente recluso nel carcere Central di Montevideo. L’accordo di cooperazione giudiziaria in materia penale facilita invece la “ricerca e identificazione di persone, convocazione di testimoni e vittime, scambio di informazioni, ispezioni giudiziarie” e quant’altro “allo scopo di combattere la criminalità”. Il quarto e ultimo accordo è un memorandum di intesa sul quarto protocollo esecutivo di un accordo culturale che “mira ad intensificare i rapporti culturali tra i due paesi in particolare nei settori dell’insegnamento della lingua e della diffusione della cultura italiana, della cooperazione universitaria, scientifica e tecnologica”.

Il memorandum riguarderà il periodo 2019-2021 e si inserisce all’interno di un precedente accordo cultuale che risale al 1985. “Le relazioni tra le nostre due nazioni sono eccellenti in tutti gli ambiti” continua a ripetere Nin Novoa “Noi sentiamo una grande ammirazione per l’Italia perché riguarda le nostre radici. Il 40% della nostra popolazione ha origini italiane….”.

E Moavero risponde anch’egli diplomaticamente…. Una “vicinanza fraterna” la definisce il collega italiano pur avvertendo che non “deve essere solo di natura sentimentale” ma “deve guardare avanti puntando anche sul profilo economico e commerciale”. “Pensiamo di consolidare la già importate attività di assistenza consolare qui in Uruguay”. Moavero cambia tono quando si parla di una delle principali problematiche che interessano gli oltre 120mila connazionali residenti in questo territorio.

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Non entra nel merito della questione, non dice nulla sulle promesse fatte dal sottosegretario Ricardo Merlo sulla riapertura di un Consolato, e liquida tutto con parole generiche. Non risponde alla domanda e dice velocemente poche cose: “Stiamo pensando a una serie di interventi che possano velocizzare i tempi e garantire la massima efficienza possibile”. Altro tema, abbastanza delicato, è quello del Venezuela che i ministri affrontano e su cui si concentra una buona parte della conferenza. “Un tema delicato che ci preoccupa seriamente” riconosce subito Moavero che poi elenca i punti fondamentali del piano del gruppo di contatto: “Immediato accesso degli aiuti umanitari. Lasciare al popolo venezuelano la volontà di decidere democraticamente il suo futuro attraverso un voto. Evitare qualsiasi violenza -da ogni parte- che complicherebbe la situazione”. Vista la mancanza di legittimità delle ultime elezioni, il ministro italiano chiede a gran voce nuove elezioni pur sapendo che “è un percorso difficile”.

Elogia il lavoro del gruppo di contatto -“un esperimento unico nelle relazioni internazionali”- che può “dare il proprio contributo per far arrivare quanto prima il popolo venezuelano al voto”.