E' ultra resistente ed elastica, e questo era già noto. Ma ora gli scienziati hanno scoperto una dote in più che potrebbe candidare la tela del ragno a materiale ideale per la costruzione di nuovi tipi di muscoli artificiali o robotici. Si tratta di una proprietà inedita osservata da un team di scienziati che hanno lavorato insieme a uno studio sull'asse Usa-Cina. Le fibre sottili e setose prodotte dai ragni sono risultate in grado di ridursi improvvisamente in risposta ai cambiamenti di umidità.

Questa abilità è stata rilevata di recente e viene chiamata 'supercontrazione'. La nuova scoperta è che non solo i fili si contraggono, ma si torcono allo stesso tempo, fornendo una forte forza di torsione. Qualità ideale per i muscoli. "È un fenomeno nuovo", dice Markus Buehler, capo del Dipartimento di ingegneria ambientale e civile e docente del Mit (Massachusetts Institute of Technology), parlando dei risultati della ricerca pubblicati su 'Science Advances'. Grazie a questa forte risposta ai cambiamenti di umidità e alla capacità di torcersi, le fibre della ragnatela esercitano una forza sufficiente per essere potenzialmente competitive rispetto ad altri materiali che vengono attualmente esplorati, sottolineano gli scienziati che l'hanno studiata.

E infatti il team ha testato un certo numero di 'candidati', compresi i capelli umani, ma non ha trovato un tale movimento di torsione in nessun altro. Con Buehler hanno lavorato anche le ricercatrici Anna Tarakanova e Claire Hsu al Mit, e Dabiao Liu della Huazhong University of Science and Technology in Cina, oltre ad altri sei esperti. La nuova dote della 'seta' di ragno è stata rilevata per caso. Il team, racconta Liu, aveva "sospeso sulla ragnatela un piccolo peso per fare una specie di pendolo. Quando abbiamo aumentato l'umidità, il pendolo ha iniziato a ruotare. Era fuori dalle nostre aspettative. Abbiamo pensato subito ai muscoli artificiali".

Questo super materiale, sul quale già diversi gruppi di scienziati nel mondo stanno lavorando per replicarne le proprietà in versione sintetica, "potrebbe essere molto interessante per la comunità di robotica", conclude Buehler.