Diversi sono stati i punti all’ordine del giorno del Comitato di Presidenza del Cgie, riunitosi a Roma dal 4 al 6 marzo. Il Segretario Generale, Michele Schiavone, ha voluto aprire l’incontro con la stampa, che si è tenuto alla Farnesina al margine dei lavori del Comitato, partendo da uno dei nodi principali di queste ultime settimane, che sta tenendo col fiato sospeso i vari organi di rappresentanza delle comunità italiane all’estero, considerata l’agenda politica parlamentare: ossia il disegno di legge costituzionale che prevede la riduzione dei parlamentari italiani e quindi anche degli eletti nella Circoscrizione Estero.

C’è stato un incontro del Cgie con il Presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, e con il relatore di questo testo che modifica anche la rappresentanza degli italiani all’estero. Se la legge fosse approvata senza limature, il numero degli eletti nella Circoscrizione Estero scenderebbe infatti dagli attuali diciotto a dodici: per la precisione, si avrebbero otto deputati e solamente quattro senatori. "Per quanto la rappresentanza italiana sia ad oggi comunque sottostimata rispetto alla reale necessità del Paese, per noi anche quei diciotto parlamentari sono in ogni caso significativi e la nostra proposta è stata infatti quella di mantenere l’attuale numero. Siamo del parere che la democrazia non vada quantificata economicamente: vanno quindi rispettati e garantiti i diritti di quei cittadini che non vivono nel territorio nazionale. Parliamo di quasi sei milioni di italiani nel mondo e di circa centocinquanta milioni di italo-discendenti", ha commentato Schiavone lamentando il rischio di un’atomizzazione della rappresentanza in un momento in cui il numero degli italiani nel mondo è raddoppiato rispetto all’entrata in vigore della legge Tremaglia. A ciò si aggiunga che la riforma elettorale del 2017 ha consentito anche agli italiani residenti nel territorio nazionale di potersi candidare nella Circoscrizione Estero.

Il rischio, secondo le parole dei membri del Comitato di Presidenza, non sarebbe solo quello di una riduzione meramente numerica; a preoccupare sono infatti anche tutta una serie di conseguenze pratiche per scelte politiche che potrebbero mettere in bilico il ruolo stesso della rappresentanza e logorare ulteriormente il cordone ombelicale che lega gli italiani all’estero con la madrepatria. "Non vogliamo ostacolare in assoluto una diminuzione del numero di parlamentari, poiché siamo consapevoli che non è più possibile avere un tale mastodontico numero di eletti in Parlamento. Tuttavia all’epoca abbiamo già accettato il compromesso dei diciotto eletti nella Circoscrizione Estero; senza contare che anche come Cgie abbiamo già dato il nostro contributo con la riduzione da novantaquattro a sessantatre membri, quindi per un totale attuale di venti consiglieri di nomina governativa e quarantatre territoriali", ha commentato Riccardo Pinna, componente del CdP per i Paesi anglofoni extraeuropei, paventando il rischio di vedere poco per volta una diminuzione costante del peso e del ruolo degli organi di rappresentanza.

Da qui il bisogno di coinvolgere non soltanto il mondo politico ma anche i Comites e la rete delle associazioni che operano all’estero anche per evitare "la pericolosa rottura dei meccanismi stessi d’integrazione che da sempre accompagnano gli italiani nei Paesi ospitanti", come ha sottolineato Giuseppe Maggio, Vice Segretario Generale del Cgie per l’Europa e l’Africa del Nord, che, in un altro momento dell’incontro, ha anche segnalato la riduzione di circa il 40% dei seggi in Europa per le elezioni europee. Quali possibili soluzioni, dunque, a fronte di tutto questo? "Bisogna puntare a una Circoscrizione Estero che mantenga gli attuali numeri: quindi va bene la riduzione generale di deputati e senatori, che diverrebbero rispettivamente quattrocento e duecento, purché resti invariata la nostra rappresentanza", ha spiegato Silvana Mangione, Vice Segretario Generale del Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei, che rammenta la specificità di una Circoscrizione pensata in origine per garantire un mandato territoriale diretto con la ripartizione e con i suoi residenti.

"Se passasse il taglio dei rappresentanti, avremmo un senatore eletto in Italia che rappresenterà circa per trecentomila abitanti a fronte di un senatore eletto all’estero che dovrà essere il referente per quasi un milione e mezzo di persone sparse su territori grandi come continenti", ha aggiunto Mangione evidenziando ancora una volta il rischio del venir meno del legame con l’Italia da parte dei nostri emigrati. "Non vogliamo una visione assistenzialistica nel rapporto con l’Italia ma l’idea di una protezione reale dei diritti che siano uguali e identici a quelli di ogni cittadino italiano residente nel territorio nazionale: è questo ciò che vogliamo far comprendere. Se l’estero fosse la ventunesima regione italiana, sarebbe per numeri paragonabile al Lazio", ha sottolineato Mangione parlando anche dell’importanza della Conferenza permanente Stato-RegioniProvince- Autonome – Cgie. "E’ dal 2009 non si riunisce l’assemblea plenaria di questo organismo importante che riunisce Governo, Regioni, Province autonome e Cgie e che potrebbe raccogliere le fila di quanto sta succedendo: sarebbe opportuna una convocazione entro la fine del 2019", ha auspicato Mangione.

Silvana Mangione si è quindi focalizzata sulla questione della promozione della lingua e cultura italiana nel mondo. "Occorre una strategia integrata insieme ad una revisione della circolare n.13. A presto avremo una bozza contenente i nostri suggerimenti. Nella plenaria del prossimo luglio predisporremo la discussione sul testo definitivo della circolare n.13: tra i vari punti, ci sta molto a cuore la sensibilizzazione per il problema della mancata coincidenza tra l’anno fiscale e l’anno scolastico, ma anche la questione dei sistemi d’insegnamento", ha commentato Mangione ricordando altresì l’urgenza dell’assegnazione dei contributi agli enti e anche un’altra questione, relativa alla lingua italiana, che fa riferimento al recente decreto sicurezza. L’art.14 del suddetto testo normativo (decreto legge convertito dalla legge n.132 del 2018) modifica l’art.9 della legge n.91 del 1992 imponendo per gli stranieri, che richiedono la cittadinanza italiana, una conoscenza della lingua italiana certificata almeno a livello B1. Tuttavia, come ricordato da Mangione, il compito di questa certificazione spetta solo a quattro enti: tra questi la Dante Alighieri, con i relativi problemi per i nostri connazionali che devono spostarsi anche di molti chilometri per raggiungere le sedi di questi enti. Silvana Mangione ha quindi rilevato la necessità di informare maggiormente i connazionali all’estero su questa novità della cittadinanza e di creare uno spazio di transizione nell’applicazione della legge, chiarendo inoltre se la certificazione sulla lingua verrà chiesta anche a chi ha presentato la domanda prima del 4 dicembre, cioè l’entrata in vigore della legge, o solo a coloro che l’hanno presentata dopo tale termine.

Si è parlato anche dell’importante evento in programma a Palermo dal 16 al 19 aprile, ossia la Conferenza dedicata ai giovani italiani nel mondo, affiancata dal Comitato di Presidenza. Come annunciato da Schiavone, saranno quattro giornate che vedranno il coinvolgimento della Commissione VII del Cgie: sarebbe già definito a grandi linee il panel d’interventi. L’evento sarà supportato dalla città di Palermo e dalla Regione Sicilia. Al momento è prevista la partecipazione di 101 giovani con una percentuale che vedrà un 40% di donne e un 60% di uomini. L’obiettivo sarà affidare a loro una prospettiva di lavoro comune per la costruzione di una rete. Tornando al tema d’apertura, anche nella conferenza dei giovani sarà affrontata la questione della rappresentanza all’estero. "Ci sarà dunque un laboratorio di discussione sulla rappresentanza anche perché abbiamo dei giovani parlamentari. D’altronde oggi abbiamo tanti cittadini candidati, soprattutto in Europa, ed è anacronistico continuare ad avere una visione chiusa su questo aspetto", ha precisato Schiavone al quale si è aggiunta Mangione per ricordare l’utilità di avere in prospettiva anche rubriche d’informazione e spazi mediatici ad hoc in vista degli appuntamenti elettorali nonché rubriche attraverso le quali il Cgie possa raggiungere più facilmente le comunità all’estero.

Sono state affrontate anche le questioni relative alla Brexit e al Venezuela. Per quanto riguarda la Brexit si è parlato della necessità di garantire la protezione dei diritti dei cittadini italiani e il potenziamento della rete consolare. Sul fronte della crisi venezuelana è stato segnalato l’arrivo dei medicinali inviati dall’Italia e l’attivazione di regioni e comuni italiani che si stanno attrezzando per l’eventuale rientro in Italia dei nostri connazionali e per l’accoglienza alle famiglie più indigenti provenienti appunto dal Venezuela. 

Simone Sperduto