Arriva la rivoluzione. Firmata Lega, è destinata a sconvolgere l’interno Rai. Grande Mamma o immensa mucca dalle poppe piene per generosi approfittatori, sembra destinata a subire il passaggio della tempesta rivoluzionaria. Superfluo aggiungere le conseguenze, soprattutto per gli attuali privilegiati, in molti casi nulla facenti. Il plotone di 1682 dipendenti che lavorano alle news comprende 1236 giornalisti. "Conti in aumento e sprechi", mette il punto l’amministratore delegato Fabrizio Salini. Le uscite generali per le testate news hanno raggiunto quota 327 milioni nel 2018. Quindici in più rispetto al 2017. Allora? Tagliare, bisogna tagliare, smussare, ridurre. Le uscite per il personale nelle testate news sono state di 207 milioni nel 2018. Dodici milioni in più rispetto all’anno precedente. Troppi soldi a provocare la risalita delle spese dell’azienda. Latte da mungere ce ne sarebbe ancora, ma è miglio limitare le emorragie, così si rischia di andare a carte quarantotto con il bilancio. La Rai respinge l’idea e il sospetto che un giorno possa finire come Alitalia. Ma quella è un’altra storia. Bruttissima, purtroppo. L’arrivo della rivoluzione in Rai arriva in contemporanea con la necessità/esigenza di ridurre le edizioni delle news e l’avvento della rivoluzione tecnologia. Mamma Rai, udite udite, prende a modello Mediaset e Sky. A ognuna di queste importanti realtà, l’ad Salini ruberà qualcosa. Che cosa? Intanto l’arte del risparmiare. Le venticinque edizioni dei telegiornali saranno ridotte e ripensate.

Il progetto ideale sarebbe quello di copiare l’esempio di Mediaset. La tv del Biscione ha appena nove edizioni di telegiornale al giorno. L’ad è dell’idea che la Rai debba guardare alle altre tv pubbliche d’Europa. E, come detto, ai concorrenti italiani. L’obiettivo è di rubare qualcosa a ognuna di loro. Le migliori idee, soprattutto le più economiche. Tipo questa, che è sotto gli occhi di tutti, e qualcuno finge di non scandalizzarsi. Recitando anzi il ritornello "tutto va bene madama la marchesa". Nel senso che sarebbe più conveniente per molti lasciare le cose come stanno. Invece no: la rivoluzione viene ritenuta inevitabile, non solo necessaria. Utilissima per il riequilibrio dei conti Rai. Sentite questa, che può essere una spia della situazione di sprechi voluti all’interno dell’azienda. Sedici persone vengono mediatamente impiegate per la messa in onda di un notiziario tv. Salini ritiene che siano troppe. Quindi, ridurre, eliminare, rivoluzionare anche qui. L’ad punta al modello SkyTg24 e ai suoi robot. Quei robot mangia-lavoro che fanno tutto di quasi tutto. Sky ha acquistato dalla società norvegese Vizrt il sistema Mosart. L’acquisizione internazionale consente di rimpiazzare i cameramen con una rete di videocamere pilotate da un solo professionista. Uno solo? Proprio così, un unico tecnico seduto in regia. Laddove Mediaset s’è inventata da tempo la figura del giornalista-montatore. Un alieno o un marziano? Semplicemente questo: i cronisti montano da soli i servizi tv con il software Dalet Galaxy, di discreta complessità.

Salini, l’ad Rai, vuole importare e far adottare il protocollo a distanza di tre anni dal varo avvenuto a casa Mediaset. I giornalisti filmano, scrivono il testo e lo montano da soli. Il percorso riguarderà tutti i cronisti del servizio pubblico, senza limiti di età. La Rai punta ad avere giornalisti più dinamici e agguerriti. Si aspetta di conoscere l’opinione e la reazione dei sindacati interni all’azienda. Finora Studio Aperto li ha intercettati, i cronisti pluriuso, diciamo così tuttologi; il Tg2 molto meno. Questione anche di età: la media degli spettatori di RaiNews24 ha più di sessantacinque anni; Sky e Mediaset si rivolgono a un Paese più giovane e ricco. A quella parte d’Italia che sembra poter guardare avanti. La differenza non è sottile. L’obiettivo Rai è di recuperare pubblico giovane. Se non ci riuscissero dovrebbe tentare con i siti e le applicazioni. Purtroppo la app dell’informazione non è tra le prime venti del Paese.

E non è che sui social vada meglio. La tv di Stato arriva a poche centinaia di migliaia di follower su Twitter – tra i tre Tg, Rai Parlamento e Raisport – praticamente niente. L’inglese BBC News breaking, per dirne una, ne ha trentotto milioni, con le ultim'ora. Raccogliere sotto un unico portale i siti di tutti i telegiornali, di RaiSport e della radio, è l’obiettivo dichiarato dell’ad Fabrizio Salini. Il portale unico confluirà in una testata unitaria con RaiNews 24, TgR e Televideo. In attesa che tutto ciò accada, la Rete sarà soggetta ad un’ampia opera di ripulitura. Una sorta di bonifica destinata a liberarla dagli account silenti. Uno per tutti, l’elenco dei giornalisti investigativi, mai più aggiornato dal 2015.