Condannare all'ergastolo i 24 imputati nel processo di appello sulla cosiddetta "Operación Condor". È quanto chiesto dal procuratore generale Francesco Mollace davanti alla Corte d'assise d'appello di Roma. Gli imputati sono militari di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay, coinvolti nel procedimento per la scomparsa di 23 cittadini italiani negli anni del piano attuato dai regimi sudamericani, per reprimere le opposizioni.

"I sequestri non nascevano solo per estorcere informazioni, ma per uccidere. E le uccisioni le avevano programmate per eliminare prove e perché fossero monito per quanti rimanevano, affinché desistessero dalla lotta sovversiva", ha spiegato la pm Tiziana Cugini che ha preceduto nella requisitoria il pg Francesco Mollace. "L'uccisione era la regola, tutto l'apparato lavorava perché ciò si realizzasse - ha aggiunto - e non è vero che gli imputati avevano un rango intermedio e per questo non potevano decidere della vita e della morte dei sequestrati. Erano, al contrario, affidabili operatori di morte pienamente consapevoli del compito che erano chiamati a svolgere".

Nella sentenza di primo grado, il 17 gennaio del 2017, a fronte della richiesta di condanna per 27 persone, ne sono state condanne all'ergastolo otto, e 19 assolte .I condannati, in primo grado, erano Luis Garcia Meza Tejada (ex presidente della Bolivia), Luis Arce Gomez (ex ministro dell'Interno Bolivia), Juan Carlos Blanco (ex ministro degli Esteri dell'Uruguay), Hernan Jeronimo Ramirez (Cile), Francisco Morales Cerruti Bermudez (ex presidente del Perù), Valderrama Ahumada (colonnello in congedo dell'esercito in Cile), Pedro Richter Prada (ex primo ministro del Perù) e German Ruiz Figeroa (ex capo servizi segreti Perù).

"La Corte d'assise non ha fatto buon uso di documenti e testimonianze", ha detto il pg Mollace rivolto ai giudici, "e per questo dovete porre rimedio e colmare il gap tra la storia reale descritta dal processo e quella derivata dalla sentenza di primo grado che non ha fatto giustizia alle vittime, né all'ansia di libertà di quei popoli che pensavano di affacciarsi alla democrazia e invece sono stati annichiliti".Le 24 persone coinvolte "sono tutte responsabili" ha affermato il pg "per aver contribuito a un piano che ha portato a una devastante opera di sterminio delle opposizioni. Un piano in cui l'eliminazione fisica del sovversivo era prevista fin dall'inizio".