Sullo sblocca cantieri la temperatura nella maggioranza è destinata a salire ancora.. Perché il Movimento 5 stelle non è disposto ad abbassare la guardia sull'edilizia privata, teme che si possa concretizzare quello che viene ricordato come il 'piano Lupi', o il progetto Berlusconi. Allargare le maglie senza alcun controllo non è possibile, la linea pentastellata. Ecco perchè il Movimento 5 stelle presenterà all'interno del decreto sblocca cantieri delle norme sul consumo del suolo pubblico. Contro la eccessiva cementificazione.

Norme che sono in preparazione al ministero dell'Ambiente, dove si punta al via libera ai 'cantieri verdi', ovvero ai lavori sul dissesto idrogeologico, con la possibilità di dare semaforo verde a 6,5 miliardi di lavori. Il decreto in preparazione al Mise e al Mit ("Porterà la firma M5s", ha spiegato nei giorni scorsi Di Maio) e sponsorizzato dal presidente del Consiglio viene però contestato dalla Lega. Il partito di via Bellerio teme un 'mini' sblocco, intende avere voce in capitolo sulle opere da realizzare, e soprattutto vuole che si punti anche sull'edilizia privata. Ecco perché domani la discussione in Cdm non sarà facile all'interno dell'esecutivo, i dissidi potrebbero aumentare proprio alla vigilia di due votazioni importanti che testeranno la compattezza della maggioranza.

E domani si vota sul 'caso Diciotti': i vertici pentastellati hanno già fatto sapere che chi contesterà la linea emersa dopo il responso della piattaforma Rousseau si metterà fuori dal Movimento. Ma si aspettano la stessa lealtà sulla mozione di sfiducia al ministro Toninelli che verrà discussa il giorno dopo. Alcuni senatori non nascondono il proprio malcontento, al momento legato più che altro al fatto - spiega un esponente grillino - "che i rimborsi dovranno non più andare agli alluvionati o al microcredito ma versati in un conto corrente. Così - sottolineano le stesse fonti - andiamo verso un finanziamento mascherato".

Ma per quanto riguarda l'operato del responsabile dei Trasporti e delle Infrastrutture non dovrebbero esserci sorprese. Difeso a spada tratta da Conte e anche da Di Maio. E anche la Lega non appoggerà la battaglia delle opposizioni per sfiduciarlo. Al massimo alcuni senatori del partito di via Bellerio - spiega un senatore leghista - potrebbero non partecipare al voto. In ogni caso Salvini si dice tranquillo, "se devo essere processato per aver difeso i confini italiani andrò a testa alta", ripete. E ostenta tranquillità anche Toninelli. Ma se tra domani e giovedì è previsto che la maggioranza, anche se con qualche mal di pancia (la Nugnes dovrebbe confermare la sua linea sul 'caso Diciotti', gli altri considerati 'dissidenti' potrebbero non partecipare al voto) si blindi al Senato, non sarà facile in questa settimana la navigazione dell'esecutivo.

Pesano i contrasti sulla Via della Seta e sui provvedimenti economici. Già oggi dovrebbe esserci un confronto tra 'tecnici' sullo sblocca cantieri. Ma tra M5s e Lega è tensioni anche sul pacchetto 'crescita' che il Mef sta preparando e sulla flat tax. "La faremo ma niente promesse alla Berlusconi", ha sottolineato Di Maio. Il Movimento 5 stelle punta sul quoziente familiare e ha in mente una propria riforma delle aliquote Irpef ma chiede alla Lega "responsabilità", ovvero di non alimentare sogni con facili promesse. E mentre secondo una simulazione del Mef la flat tax a due aliquote sul reddito familiare avrebbe un costo di 59,3 miliardi, l'ideologo Siri chiarisce che "avrebbe un'incidenza di circa 12 miliardi e si riferisce ad un intervento di riduzione dell'imposta per tutte le famiglie fino a 50mila euro di reddito".

Scontro poi anche sulla partecipazione di Salvini al congresso delle Famiglie a Verona. M5s punta - spiegano fonti pentastellati - su fatti concreti: oggi il ministro della Giustizia Bonafede dovrebbe presentare un emendamento del governo al 'Codice rosso' che andrà nell'Aula della Camera il 25 marzo. Norme per inasprire le pene contro i femminicidi.

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