Reddito di cittadinanza, ecco il punto. Ottocentomila domande o richieste di accesso, i pretendenti al sussidio voluto dal governo bipolare e bicolore, il governo dei dissidi e degli scontri un giorno sì e l’altro pure, hanno un’età media tra 45 e 67 anni. Regione per regione, una domanda su tre è di provenienza smaccatamente sudista. Campania e Sicilia a fare la parte del leone, quasi un monopolio nelle richieste. Napoli in testa alla classifica delle provincie: da una sola città sono giunte più richieste che dall’intera Lombardia. O da tutto il Lazio. I numeri messi in fila e pubblicati dal ministero del Lavoro.

L’atto pubblico è stato compilato attraverso la rilevazione complessiva dei moduli finora pervenuti all’Inps. Messi insieme, per la prima volta, i moduli presentati alle Poste o direttamente online e quelli trasmessi attraverso i Caf. L’ultimo aggiornamento al 7 aprile, le domande sono 806.878. La Campania, come detto, è sulla vetta d’Italia, 137mila 206 richieste; incalza però da lontano la Sicilia, seconda con 128mila 809 domande di RDC. Poi, Lazio e Puglia; al quinto posto la Lombardia, ben salda con 73.681 domande. E come in ogni classifica che si rispetti, c’è anche un ultimo. Nel caso specifico, un’ultima. La Val d’Aosta, con 1.031 richieste del reddito di cittadinanza. Domande di sussidio a quota 78.803. Roma immediatamente dopo. Fanalino di coda, e felice, felicissima, Bolzano, 356 richieste, robetta.

Boom di richieste da Campania e Sicilia, proprio le regioni, le zone, quel Sud, che la Lega in tempi poi non troppo lontani riteneva da combattere in quanto dedite all’assistenzialismo. Ricordate gli strali di Bossi e dello stesso Salvini ai tempi dell’urlo Roma Ladrona e il Mezzogiorno parassita succhiatore dei soldi del Nord? Adesso no, tutto va bene, madama la marchesa, in nome dell’interesse elettorale. E delle promesse che da esso sono scaturite. Al grido posticcio "noi governo del cambiamento cancelleremo la povertà". Le richieste finora presentate – i dati rappresentati sono del vice premier Luigi Di Maio, un sudista – interessano 2,8 milioni di italiani. Persone in condizioni di povertà, pari a circa il sessantotto per cento dei potenziali aventi diritto. Ovvero 1milione 248mila famiglie. La stima discende dalla relazione tecnica alla legge sul reddito di cittadinanza.

Lo stanziamento previsto è di 5,6 miliardi per il 2019. Il sussidio massimo, fino a 780 euro al mese per una persona, sarà pagato da aprile a dicembre. Il prossimo anno RDC salirà a 7,2 miliardi. Le domande presentate alle poste sono state 200mila, non filtrate come quelle esaminate dal Caf. Dove un esperto si confronta di norma con la famiglia richiedente e interessata. I sussidi messi in pagamento saranno perciò, alla fine, inferiori a quelli stimati inizialmente dal governo. Come chiaramente di evince dalla mappatura al 7 aprile, gran parte dei sussidi andrà alle regioni del Sud. I dati Istat dicono infatti che il tasso di povertà assoluta nel Mezzogiorno d’Italia è il doppio rispetto al Nord. Dieci virgola tre per cento a fronte del 5,4. Le statistiche sulla povertà evidenziano discrepanze nella distribuzione geografica della povertà.

Queste sono decisamente superiori: in Lombardia su 4milioni 320mila famiglie residenti le domande di RDC sono state 71mila 310, pari all’1,6%. In Campania si è verificata l’impennata nazionale, la percentuale è schizzata al 6,4%: 137mila 206 richieste a fronte di 2milioni 140mila famiglie. Stessa percentuale, più o meno, anche in Sicilia. Le donne hanno presentato più richieste degli uomini. Il 54% contro il 46. Pare abbia avuto un suo grande peso il dato delle madri divorziate con figli a carico. Ma i richiedenti quand’è che conosceranno se la domanda è stata accolta o respinta? L’Inps si esprimerà a breve, tra il 15 e il 22 aprile. Poste Italiane comunicherà ai beneficiari quando potranno ritirare la tessera caricata con l’importo mensile spettante a ciascun richiedente. Il sei per cento delle domande, per ora, non è in regola per essere elaborato. Le altre avranno risposta entro fine aprile. Quando scopriremo se e come il governo bipolare avrà vinto la sua scommessa.

Franco Esposito