Un fallimento fragoroso. Dopo quattro scudetti consecutivi e due finali di Champions League perse contro avversari più forti come Barcellona e Real Madrid, Allegri si era meritato una squadra per vincere la Champions League. Quest’anno la Juventus non si era iscritta alla Champions per partecipare e forse arrivare in fondo, quest’anno i bianconeri partecipavano per vincere. L’acquisto di Cristiano Ronaldo imponeva il successo in Europa.

La Juventus era talmente quotata che ad inizio stagione molti addetti ai lavori la consideravano in grado di vincere il "Triplete" ed invece la "Vecchia Signora" è riuscita a fare peggio degli anni scorsi. Nell’anno in cui ha acquistato il migliore calciatore del mondo. Un paradosso assurdo, che fa rumore e che mette la gestione tecnica di Massimiliano Allegri inevitabilmente nel mirino. Ha fatto le scelte giuste?

Molte volte, il suo turnover non ha convinto, come non hanno convinto le sue scelte nelle partite chiave della stagione. Certo, non è stato aiutato dai tantissimi infortuni che si sono abbattuti sulla squadra ma è inconcepibile chiudere la stagione con la "miseria" di uno scudetto. Allegri è stato umiliato in Coppa Italia, dove è uscito perdendo per 3-0 contro l’Atalanta, e ha salutato la Champions contro una squadra come l’Ajax che era nettamente inferiore, almeno sulla carta, alla Juventus.

Allegri si dovrà accontentare del quinto scudetto consecutivo, l’ottavo per la Juventus. Un traguardo estremamente prestigioso ma ha comunque fallito l’obiettivo perché quello della Juventus era di tornare a vincere in Europa. Non aveva bisogno di Cristiano Ronaldo per vincere lo scudetto, cosa che le riusciva da sette anni, hanno comprato il calciatore più forte del pianeta per trionfare in Europa dopo 23 lunghissimi anni. Allegri non ci è riuscito, Allegri ha peggiorato il rendimento delle stagioni precedenti. Al termine della partita, il presidente Agnelli lo ha confermato anche per la prossima stagione dicendo "Ha un altro anno di contratto" ma la fiducia nel tecnico toscano sembra scesa ai minimi storici e non sono da escludere colpi di scena nei prossimi giorni.

La grande lezione dei nipotini di Cruijff alla Juve di Ronaldo - Darwin Pastorin

Così si gioca al calcio. Velocità, collettivo, bravura dei singoli, nessun timore, attacco più
che difesa, persino una buona dose di arroganza e di presunzione. L'Ajax dei nipotini di Cruijff ha dato una lezione di football a una Juventus smarrita, incapace di interrompere quella meraviglia continua, martellante: stupore, estro e fantasia.

Ragazzini "insolenti", in questo modo li avrebbe definiti Osvaldo Soriano, che fu centravanti "classico" in Patagonia. 2-1 per gli olandesi, Madama fuori ai quarti: la Champions League continua a rappresentare una malinconica "lontananza". Allegri confermato da Agnelli, tra i mugugni di metà della tifoseria bianconera.

Ma martedì è stata la notte magica di De Ligt, De Jong, Van de Beek, di un nostalgico tuffo nel passato, di un viaggio a ritroso nel tempo: riecco l'Ajax di tutte le prodezze, possibili e impossibili. Riecco il pallone celebrato nella sua più lucente e folgorante bellezza. Cristiano (ancora in gol) saluta mestamente la sua Coppa, Messi il rivale va avanti, dando spettacolo. Dybala, un fantasma: andrà via? Ma questo è un tempo nuovo. Il tempo di Ten Hag e dei suoi favolosi ragazzini. Il tempo del calcio senza età, talmente bello da non sembrare nemmeno vero.