Il magnifico calcio italiano, che conta solo vincere ma giocare bene a calcio è roba da circo, viene escluso dalla Champions da un circo di ragazzi olandesi che hanno solo il vizio di fare calcio senza calcoli e furbate, senza comprare il più forte e costoso giocatore del mondo, correndo più degli avversari, avendo più tecnica degli avversari, più allegria, più gusto e conoscenza del gioco, giocando la palla di prima, difendendosi il giusto ed esaltandosi nella solidarietà e nello spettacolo del collettivo.

Il buon primo tempo della Juve (due tiri in porta) è stato propiziato da un Ajax che si è risparmiato nei primi 45 minuti per esplodere nella ripresa (conclusioni totali 13-4 per gli olandesi). 
Naturalmente, i media hanno trattato con grazia il fallimento bianconero che si sintetizza in una equazione semplice: abbiamo comprato Ronaldo per vincere la Champions, abbiamo comprato Ronaldo e non l’abbiamo vinta (uscendo addirittura ai quarti di finale). Senza Ronaldo la Juve era arrivata due volte in finale.
Non mancano le solite attenuanti, l’assenza di Chiellini e Mandzukic, l’indisponibilità di Douglas Costa, ma nel conto occorre mettere anche la “distruzione“ di Dybala schierato contro l’Ajax dopo essere stato umiliato in panchina per una intera stagione. La Juve è fuori da due traguardi su tre. Fallimento è dir poco, ma graziosamente nascosto.
Questo bel discorsetto introduttivo a Napoli-Arsenal è per dire che, se anche gli azzurri lasceranno l’Europa, il fallimento del Napoli sarà invece sparato a lettere cubitali per la soddisfazione di chi rosicando per la figuraccia della Juventus, stritolata dall’Ajax, cercherà il diversivo della sconfitta azzurra per coprire il tonfo torinese e dell’intero calcio italiano già abbondantemente cancellato dalla scena europea. 

A pensar male ci si azzecca sempre. Ed è bene ricordare, non per basso spirito di rivalsa, che il Napoli è uscito dalla Champions per un gol contro avversari che si sono chiamati Liverpool e Paris Saint Germain, mentre la Juventus filava agli ottavi spezzando le reni al Valencia e allo Young Boys.  Il Napoli parte dallo 0-2 dell’andata (rispetto all’1-1 della Juve ad Amsterdam) che rende più difficile la rimonta sull’Arsenal in confronto al retour-match dei bianconeri. Perciò stiamo calmi. Il Napoli è chiamato a un’impresa e non regge il “giochino” secondo il quale gli inglesi fuori casa non sono forti come sui loro campi.
Alla Juve contro l’Ajax sarebbe bastato lo 0-0, secondo il tradizionale machiavellismo del pallone italico, e nel migliore dei casi l’1-0 com’è nelle corde del difensivismo italiano. Il Napoli deve fare 3-0 per passare il turno. Non c’è paragone.  Stasera il San Paolo vivrà il sogno di una remuntada che sta nel cuore dei tifosi, ma che solo un Napoli di grande baldanza e fortuna potrà realizzare.  Per agguantare l’impresa, Ancelotti cambia strategia, fra coraggio e azzardo, passando (pare) dal banale e comodo 4-4-2 a un audace 4-2-3-1 o a un 3-4-3 impiegando tutti i giocatori del vecchio 4-3-3 più pronti all’esperimento. 

La “disperazione” napoletana nel match di stasera è che all’Arsenal basterà mettere a segno un gol per sventare l’impresa azzurra. Nell’ultimo match di Premier, pur giocando contro un Watford ridotto subito in dieci per l’espulsione di un suo giocatore, l’Arsenal ha messo su una strenua difesa a protezione dell’unico gol (papera del portiere del Watford) con cui aveva indirizzato la gara nei primi minuti.
Quindi, se sarà necessario, stasera l’Arsenal farà una gara di contenimento guizzando in contropiede con la regia di Ramsey, la velocità di Iwobi o Lacazette e il fiuto del gol di rapina di Aubameyang. 

Il Napoli deve superarsi come non gli è mai successo in questa stagione in cui è dovuto passare da Sarri ad Ancelotti, cambiare modulo, far giocare tutti, ripetere esperimenti e rotazioni.  Nel tentativo di superare la ”grande bellezza” a zero tituli per un gioco più essenziale e verticale per qualche titulo, Callejon è stato allontanato trenta metri dalla porta avversaria, Mertens è finito in panchina, Insigne è stato sottratto alla fascia sinistra dove compie la sua giocata geniale. 

L’unico punto positivo è stato Milik, mentre Zielinski è rimasto ancora a metà strada e Fabian Ruiz, nel 4-4-2, è rimasto imprigionato sulla linea mediana. Il Napoli ha avuto le sue difficoltà e stasera è chiamato a superarle tutte in 90 minuti. La vittoria del Napoli è quotata 1,80 (Arsenal 4,60), ma i bookmaker danno a 3,75 la qualificazione degli azzurri alle semifinali (1,25 l’Arsenal). In questa “forbice” c’è tutta l’essenza epica della partita di stasera.
Si può vincere ed essere eliminati. Per fare di più servono un’impresa e la fortuna alleata.
Mimmo Carratelli