Nel miglior politichese, anche in Sicilia nessuno ha perso e tutti hanno ottenuto qualcosa, insomma il motto di Carlo V funziona sempre e ogni occasione è buona per cantare vittoria. Sia come sia, ancora una volta con queste elezioni siciliane viene confermata la forza del centrodestra, che se fosse stato unito ovunque avrebbe portato a casa un successo maggiore e più sonoro.

Perché piaccia o meno il problema resta lo stesso, l’unità del centrodestra, per governare il Paese al posto, di una alleanza posticcia e innaturale fra leghisti e grillini. Del resto la storia insegna quanto il milazzismo, alla prova dei fatti e del tempo, sia sempre un fallimento, a mettere insieme gli opposti, si creano guai e problemi, ecco perché col governo attuale il paese va in barca e sbanda.

Certo oramai bisognerà aspettare le elezioni europee, per capire quanto Matteo Salvini abbia capito del suo errore, dell’alleanza innaturale, di quanto questo sbaglio costerà all’Italia, dodici mesi per sfasciare i conti e gli equilibri sociali. È vero che il leader della Lega, canterà vittoria sui consensi raddoppiati, posto che si confermino, ma dovrà tacere sul costo che gli italiani e dunque anche i suoi elettori, saranno obbligati a sostenere per questo risultato. Infatti quando in estate si faranno i conti per prevedere la prossima manovra, saranno dolori, il prezzo del reddito, di quota 100, della sfiducia e dello spread, delle salvaguardie rafforzate, sarà da brividi per tutti. Forse solo a quel punto Salvini, capirà la differenza fra un governo di coalizione naturale, e quello fra due forze opposte, una delle quali oltretutto composta da veterocomunisti, statalisti e forcaioli, il caso Siri insegna.

Del resto se l’esperienza è maestra di vita, da noi insegna, che ad ogni tornata elettorale, il centrodestra unito vince bene e governa meglio, dunque a buon intenditor poche parole. È questa una realtà dalla quale Salvini non può fuggire, non solo per una questione di numeri, ma per una questione politica, un centrodestra senza forza Italia sarebbe un’anatra zoppa e basta. Una destra liberale, democratica, laica, repubblicana, federalista, presidenzialista, non potrebbe fare a meno dell’esperienza politica di forza Italia, che nel centrodestra è l’unica ad avere una matrice liberale, pluralista, autentica e consolidata. Ecco perché c’è poco da titubare sull’argomento, o Salvini coerentemente capisce e chiude coi grillini per tornare al centrodestra unito a livello nazionale, oppure a destra tutto potrà nascere tranne che una destra liberale autentica e riconosciuta tale.

Oltretutto gli italiani confermano di voto in voto, quanto preferiscano il centrodestra unito, anche in Sicilia se non ci fossero state divisioni, il risultato avrebbe assunto la veste del trionfo. Per concludere, l’Italia dopo maggio, dovrà affrontare un semestre bollente anziché bellissimo, ci sarà da rimediare ad errori enormi del passato e del presente governo, la coesione sarà fondamentale, spetterà a Salvini scegliere definitivamente tra il giusto e l’anormale.

ALFREDO MOSCA