Gente d'Italia

Napoli martoriata: istituzioni locali, associazioni e Chiesa vogliono che si combatta la criminalità

C’è una bambina di soli quattro anni in ospedale. Lotta per sopravvivere dopo essere stata colpita da un proiettile che le ha perforato i polmoni. E c’è una città sconvolta, scossa, arrabbiata. Stanca di tutta la violenza di cui ciclicamente è teatro è pronta a scendere in piazza, nella stessa piazza dove una persona ha sparato ferendo tre persone, per dire basta. Per chiedere, come dice il titolo stesso della manifestazione, che Napoli sia disarmata.

Istituzioni locali, associazioni e Chiesa vogliono che si agisca concretamente per combattere la criminalità organizzata. Agli appelli si aggiungono le polemiche politiche, con il Movimento 5 stelle che, in prima fila, punta il dito contro Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno è diventato bersaglio di critiche di chi - tra i suoi alleati di governo - gli ha fatto notare che parlare di sicurezza non basta, che bisogna prendere provvedimenti, che sui territori ostaggio della camorra c’è bisogno di più uomini delle forze dell’ordine. Dal canto suo il titolare del Viminale ha detto che rinforzi già sono stati inviati nei mesi passati. Ha fatto sapere che sta pregando per la per la bimba ferita e ha promesso giustizia: "I maledetti criminali che l’hanno colpita non avranno tregua: sappiano che per loro è pronta la galera", ha affermato mentre era lontano da Napoli e proseguiva la sua campagna elettorale. Ha provato a respingere le accuse facendo notare che proprio poche ore dopo la sparatoria nel centro di Napoli venivano arrestati i protagonisti di un altro agguato, quello avvenuto poche settimane fa a San Giovanni a Teduccio, dove un uomo era stato ucciso davanti a una scuola, a pochi passi dal nipotino.

Parole, le sue, che non sono bastate a chi lo ha attaccato. Il primo tra i pentastellati a rivolgersi direttamente a Matteo Salvini era stato Roberto Fico che - a poche ore dall’agguato - aveva chiesto al ministro di porre la sua attenzione nei confronti di Napoli. Col passare delle ore molte altre voci si sono levate. Tra loro quella di Luigi Di Maio. Dopo aver dedicato un pensiero alla bambina ferita ha scritto: "Una cosa è certa: serve più sicurezza, servono più uomini sul terreno, più controlli, più prevenzione, che passa anche per un forte sostegno a chi è impegnato nel sociale per salvare i ragazzi dalle famiglie di Camorra e dai quartieri in difficoltà". Duri i toni del pentastellato Nicola Morra, il presidente della commissione parlamentare Antimafia: "Bimba di 4 anni con polmoni perforati per sparo in piazza. Un morto davanti una scuola tempo fa. Brutalità di camorra vigliacca. Piuttosto che terrorizzare sui migranti o visitare muri, titolare Viminale si occupasse di contrasto alla mafia", ha scritto su Twitter.

Tra i 5 stelle poi c’è chi chiede un piano straordinario per la città e chi invita il governo a tenere un Consiglio dei ministri a Napoli. Il messaggio è chiaro: la lotta contro la criminalità organizzata deve essere una priorità. Il Partito democratico e LeU quasi in coro puntano il dito contro Matteo Salvini, accusato di essere un "fantasma". "Dovrebbe fare riunioni, non comizi", gli manda a dire Laura Boldrini. Mentre Emanuele Fiano tuona: "Pensa ai selfie, mentre per strada si continua a morire". Il presidente della Regione Campania, il dem Vincenzo De Luca, parla di una situazione sicurezza "ormai insostenibile", Franco Roberti, ex capo della Direzione investigativa antimafia ed ora capolista Pd al Sud per le Europee, invita Salvini a rispettare gli impegni.

Su Twitter, intanto, l’hashtag #salvinidimettiti è stato al primo posto tra le tendenze.

Tenta la difesa del ministro dell’Interno il sottosegretario leghista Molteni che, rispondendo alle critiche di Paolo Gentiloni, dice: "Si confonde con l’epoca dell’Air Force Renzi e del ministro dell’Invasione Angelino Alfano". Il Viminale intanto ha diffuso i dati sui poliziotti in più inviati a Napoli nell’ultimo anno. Sono 137. In programma la creazione di una superquestura: l’organico passerà dagli attuali 3.740 agenti a 4.332, con un incremento di 592 unità. Nella nota si aggiunge che i militari impegnati per Strade Sicure sono 690, di cui 100 per la Terra dei Fuochi e che con i fondi del Decreto Sicurezza, Napoli ha avuto 1,4 milioni. "A Napoli e nel resto d’Italia vogliamo far parlare i numeri e i fatti. Faremo sempre di più e sempre meglio", ha detto Salvini.

La richiesta di interventi e il sentimento di rabbia di Napoli può essere in parte sintetizzato dall’accorata omelia del Cardinale Sepe. Mentre nel duomo si ripeteva il miracolo del sangue di San Gennaro l’arcivescovo di Napoli ha affermato: "Il sangue innocente grida vendetta al cospetto di Dio". Parlando dei membri della criminalità organizzata ha detto "sono criminali, sono barbari. Non sono uomini degni di tale nome e di vivere in una società civile". Ed è alla società civile, non solo alle istituzioni, che Sepe si rivolge. "Non possiamo, non dobbiamo assuefarci agli atti criminali, ai delitti, all’imperversare di questa gentaglia. Dobbiamo liberare il corpo sociale da questo cancro assassino. Sono in gioco la dignità e il futuro di Napoli. Non basta indignarsi, non basta condannare", ha proseguito Sepe avvertendo che "c’è bisogno di ben altro; c’è bisogno che scuola, chiesa, famiglie facciano rete sul piano educativo e formativo, al di là della repressione che spetta allo Stato". Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha annullato tutti gli impegni e parla di "una città sconvolta e in preghiera". La sua priorità è mostrare alla piccola e alla sua famiglia la vicinanza sua e dei cittadini: "Poi ci sarà il momento, nei prossimi giorni, per le considerazioni politiche ed istituzionali". La polemica, dunque, è solo rinviata. Mentre sperano che le condizioni della bambina ferita migliorino, i cittadini, stremata, attendono risposte. E provvedimenti concreti.

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