In seguito a una serie di notevoli scoperte avvenute negli ultimi venti anni, l’ipotesi di vita aliena probabilmente non va liquidata come fantascienza anzi ora sembra imminente la conoscenza con ET. La vita è un genere speciale di chimica, gli elementi coinvolti invece non lo sono altrettanto: carbonio, idrogeno, ossigeno ecc., sono tra i più diffusi nell’universo. La chimica organica è sorprendentemente comune. Gli aminoacidi, proprio come quelli che costituiscono ogni proteina del nostro corpo, sono stati scoperti nelle code delle comete e ci sono altri composti organici nel suolo marziano; nella costellazione dell’Aquila, a 6.500 anni luce di distanza, c’è una gigantesca nuvola di alcol con un’estensione di circa 464 km.

Anche i pianeti abitabili sembrano essere comuni. Il primo è stato scoperto nel 1995 e da allora gli astronomi ne hanno catalogati migliaia. Basandosi su questo catalogo, gli astronomi dell’Università della California, Berkeley, hanno scoperto che gli esopianeti della dimensione della Terra nella cosiddetta “area abitabile” attorno alla loro stella, potrebbero essere 40 miliardi: le temperature sono abbastanza miti da permettere la presenza dell’acqua sulla superficie. Sembra dunque inevitabile che ci siano altre forme di vita, soprattutto considerando che sulla Terra, dopo la formazione del nostro pianeta, è apparsa velocemente. I fossili più antichi scoperti hanno 3,5 miliardi di anni, mentre alcuni indizi nel nostro Dna fanno ipotizzare che la vita potrebbe essere iniziata già 4 miliardi di anni fa, proprio quando i giganteschi asteroidi smisero di schiantarsi sulla superficie.

Il nostro pianeta si è reso abitabile velocemente e anche questa definizione si è rivelata abbastanza flessibile. La vita sopravvive in tutti i tipi di ambienti che a noi sembrano “infernali”: galleggiando su un lago di acido solforico; all’interno di barili di scorie radioattive; nell’acqua surriscaldata a 122°; nelle terre incolte dell’Antartide e nelle rocce a cinque km sottoterra. Incredibilmente, alcune di queste condizioni nel sistema solare sembrano essere duplicate. Un tempo Marte era caldo e umido, probabilmente un terreno fertile per la vita prima che ci fosse sulla Terra; attualmente il pianeta ha ancora acqua liquida sotterranea e il metano a livelli che misteriosamente si alzano e si abbassano secondo le stagioni. Per quanto riguarda il risultato del metano, c’è da dire che è in discussione: da una parte c’è uno strumento che conferma il rilevamento mentre un altro non rileva nulla.

Ci sarà la possibilità di trovare degli insetti marziani quando, nel 2021, il rover ExoMars Rosalind Franklin trapanerà il suolo del Pianeta Rosso. Oltre alla Terra e a Marte, almeno altri due mondi del nostro sistema solare potrebbero essere abitati: Europa, luna di Giove, ed Encelado, luna di Saturno. Sono entrambi ghiacciati, ma hanno energia, acqua e la possibilità di sviluppare reazioni chimiche: le tre chance di cui ha bisogno la vita per prosperare. Nel 2017, specialisti dell’Università della Tasmania hanno concluso che alcuni microbi dell’Antartico potrebbero sopravvivere su queste due lune. Sia Europa che Encelado hanno dei camini idrotermali, proprio come quelli presenti sui fondali oceanici della Terra dove potrebbe aver avuto origine la vita.

Caterina Galloni