Completata l’occupazione, adesso l’obiettivo è prendersi tutto. Anche l’anima, quella della Rai. Mai così ostaggio della politica, a questi livelli non era mai successo. Neppure ai tempi della prima Repubblica o con Silvio Berlusconi premier. Matteo Salvini è impegnato in una recita convinta. Mira alla totalità, vuole che la Rai sia al servizio della Lega. Ritiene che il passo decisivo in questa direzione sia, con assoluta certezza, colpire Fabio Fazio. Il conduttore con compenso milionario del talk show del lunedì sera sulla prima rete di “Che tempo che fa”.

“Una trasmissione di comunisti che mostrano il Rolex d’oro al polso”, insulta il vice premier dell’attuale governo. I toni sono quelli tipici da comizio. Il sovranismo espresso in ogni parola. “Guadagna troppo, il format di Fazio è vecchio e costoso”, accusa Salvini impegnato nell’opera di smantellamento con eccessi di vigore e livore. “Si tagli anche il compenso a Vespa”, il rimboo stavolta è del Movimento Cinque Stelle. “Mai più da lui, alla sua trasmissione”, assicura Salvini proprietario di una precisa strategia. Ridurre il compenso a Fazio, costringerselo ad andarsene. Oppure indurre la Rai a mandarlo via. Mentre avanza il progetto di spostare Fazio sulla seconda rete. O sulla terza, soluzione che non sarebbe sgradita allo showman ligure tifoso della Sampdoria. Comunque, Salvini ribadisce che non ha alcuna intenzione di andare come a “Che tempo che fa” in qualità di ospite.

Ma sì, accontentiamo il vice premier e ministro che preme per cacciarlo, ma a noi Rai quanto costerebbe? Sei milioni di euro, non una piccola al limone e neppure bruscolini. Il contratto di Fazio scade nel 2021. Facile prevedere uno scontro sanguinoso interno a Viale Mazzini. Entro domani, intanto, l’amministratore delegato Salini dovrebbe ufficializzare il pacchetto con la nomina dei nuovi dirigenti. È bagarre anche qui, Salvini pretende e Di Maio non si limita a chiedere. Vuole anche. La spartizione comprende ancora un buon numero di poltrone. Incanti vacanti, caselle che la Lega in primis e M5S intendono riempire con uomini loro. Solo loro. Il polverone sollevato giusto appunto per far capire chi comanda in Rai. Salvini martella su Fazio un giorno sì e l’altro pure. In campo operano da tempo le falangi della Lega. Per dirla tutta, il riferimento al presidente Foa e alla direttrice De Santis è pienamente pertinente, non casuale. Ma l’ad Fabrizio Salini si fa sentire? Risposta: è ridotto praticamente al silenzio.

Sei milioni per mandarlo via, Fabio Fazio. Anche se la tattica dialettica, espressa in politichese antico, è sempre la stessa. “Non vogliamo epurare nessuno”, riferisce il responsabile editoria della Lega, Alessandro Morelli. Pura strategia, laddove comunque emergono con chiarezza i veri intendimenti della Rai schiavetta di Salvini. “Ma il contratto di Fazio è imbarazzante, guadagna due milioni all’anno, l’ha detto lui”. Ma quanto costa il programma di Fazio? 409mila a puntata, un terzo di una qualsiasi fiction. A fronte di un incasso pubblicitario quattro volte superiore, un milione e seicentomila euro per venti minuti di spot ogni puntata. Ma ai sovranisti questo non interesse. L’importante è abbattere, mandare al tappeto, quello che loro chiamano “il bersaglio grosso”. Ovvero, Fabio Fazio “un comunista col Rolex”, copyright Matteo Salvini. Il numero uno della Lega ha attaccato Fazio da Aversa, in Campania. Proprio mentre al settimo piano di viale Mazzini l’ad Salini riuniva i direttori di rete. I palinsesti estivi necessitano di ritocchi, vanno discussi quelli invernali, sulle nuove nomine va fatto un punto.

I bene informati sostengono che in quest’era dal colore gialloverde la politica in Rai conta molto più di prima. La contraddizione è alla base del “capolavoro” a quattro mani: Salvini-Di Maio. Salini vorrebbe rinviare il problema, parlarne più in là. Nella piena consapevolezza che il bubbone può scoppiare da un momento all’altro. Salvini è riuscito ad avere tre direttori su quattro. Milo Infante, Maria Teresa Fiore e Franco Argenziano sono salviniani di provata fede. Il M5S avrà un solo vice, il giornalista e scrittore Franco Di Mare. La Lega può realizzare inoltre un autentico pieno nel campo delle direzioni aziendali. Pare addirittura che se le pappi tutte: Luciano Flussi, Felice Ventura, Alessandro Zucca. Parecchio apprezzato dai leghisti, Massimo Ferrero è in pole position per la direzione della Produzione Tv. Il posto strategico nell’ottica italiana di imporre fiction e format.

Lega pigliatutto in Rai. Roberto Poletti sarà il nuovo conduttore di “UnoMattina Estate”. Chi è Poletti? Presto detto: già direttore a Radio Padania, è l’autore di “Salvini&Salvini. Il Matteo Pensiero dalla A alla Z”. Il primo manuale sul leader leghista. Mentre si cerca di piazzare da qualche parte la popolare Lorella Cuccarini, neo sovranista. Si è invece già sistemato Cataldo Calabretta, avvocato e agente di Elisa Isoardi, già compagna di Matteo Salvini. Calabretta fa già l’opinionista e il presentatore di premi Rai. L’ultimo domenica scorsa, madrina dell’evento Lorella Cuccarini. E chi se non lei? “Allegria, allegria”, griderebbe l’indimenticabile Mike. Che tristezza e quale squallore, chiosa l’opposizione. Colpevole di suo di essersi fatta togliere la polpetta dal piatto.

Franco Esposito