Disattivato, zittito, cancellato. Un boicottaggio o che cosa? Intanto, colpito, centrato in pieno. Il punto finale a mesi attraversati da attacchi, dispetti, polemiche. Fabio Fazio è sparito dal piccolo schermo. La Rai ne ha oscurato le ultime tre puntate del talk show "Che tempo che fa". Dovevano andare in onda nei prossimi lunedì, come da palinsesto. Ieri sera la prima, a seguire le altre due. Improvviso il diktat della Rai: nessuna attenzione e/o considerazioni per le esigenze dei suoi clienti, pagatori ovviamente del canone, e per le inevitabili conseguenze derivanti da un contratto definito, a ragione, milionario. Il taglio annunciato domenica in diretta. "Ci è stato comunicato che per motivi di palinsesto non andremo in onda dalla prossima settimana. Ringrazio gli spettatori, siete stati oltre un milione e mezzo di media".

Tracce d’ironia nelle parole di commiato pronunciate dal conduttore Fabio Fazio. Il titolare del compenso appunto milionario, mai accettato dal vice premier ministro leghista Matteo Salvini. La Rai in quota Lega è riuscita a cancellare il conduttore che gli sta indigesto. Il provvedimento non è condiviso dall’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini. Infuriato, imbufalito, ha convocato la direttrice di Rai1, De Santis. Lei sì, sistemata in quel posto dalle pressanti sollecitazioni e le ripetute richieste della Lega. La Rai è diventata una sorta di scendiletto dei sovranisti attualmente alla guida del Governo. Un tappetino permanente steso per dare fiato alle voci dei due vice premier. Salvini in particolare, praticamente onnipresente nei telegiornali e nelle trasmissioni Rai. "Porta a Porta" è l’esempio lampante sotto gli occhi di tutti. Anche se non sarà d’accordo chi si ostina a recitare il ruolo spiacevole a cui sono costretti i ciechi.

Fazio ne ha subite di ogni, da gennaio ad oggi. La mancata messa in onda degli spot pubblicitari sulla sua trasmissione durante il Festival di Sanremo; la rigidità assoluta per i blocchi pubblicitari, con interviste bruscamente interrotte per mandare gli spot; la sparizione di quel paio di minuti più o meno flessibili, concessi nei mesi precedenti. E le spese contestate a Fazio, definito da Salvini, con toni discutibili e parecchia mal grazia, "il solito comunista con il Rolex d’oro al polso". Dall’azienda sono inoltre arrivate contestazioni alla spesa del volo, destinazione Parigi, per l’intervista di Fazio al presidente francese Macron. Laddove il conduttore sostiene di aver pagato lui, di persona, quattro biglietti aerei e di non aver chiesto il rimborso. Salvini avrebbe tormentato il conduttore televisivo Fabio Fazio. Palese l’evedenza, manifesta anche sui social. La cancellazione del programma non trova comunque alcuna giustificazione nei numeri.

Fazio ha avuto una media del 13,2% di share. Molto più di "Porta a Porta", condotta da Bruno Vespa. Davvero porte spalancate a onorevoli leghisti e pentastellati. Vespa, nella stessa fascia oraria, non ha raggiunto mai l’11%. "Problemi di palinsesto, il 26 ci cono le elezioni europee, abbiamo bisogno di spazio in tv", si è giustificata la Rai. Una balla colossale. Il tentativo maldestro di attribuire una ragione alla decisione senza precedenti. Una scelta antidemocratica, il tipico ulteriore attentato di limitazione della libertà di stampa. I sovranisti non smettono infatti di perseguire l’obiettivo. La scusa non regge. Basta dare un’occhiata alla programmazione Rai fino a metà giugno, per capire. Matteo Salvini nomina Fazio in ognuno dei suoi comizi. Insulti a raffica: il conduttore additato come l’uomo nero. "Guadagna in un mese quello che io guadagno in un anno", il mantra salviniano e leghista riproposto fino alla noia. L’ultima stilettata quando il vice premier leghista ha ribadito il rifiuto di andare come ospite alla trasmissione di Fazio. "Almeno fino a quando non si taglierà lo stipendio".

Una scusa, l’ennesima, l’alto compenso che la Rai riconosce a Fazio. Quello che infastidisce i sovranisti è la linea editoriale della trasmissione. Le compagnie per l’accoglienza e contro la discriminazione, il tavolo degli ospiti, e Maurizio Crozza guest star. Quattro anni di contratto, 2017-2021, prevedono la cifra di 73 milioni di euro per la messa in onda, compresi i costi di produzione. Due milioni e 200mila euro annui vanno a Fazio. Sull’accordo i poteri della direttrice De Santis sono nulli; solo l’ad Salini può ridiscuterlo. Il messaggio del Carroccio, veicolato sott’acqua, avrebbe avuto come presunto destinatario proprio la direttrice. La Lega presunto mittente, destinatario altrettanto presunto la signora De Santis. Fazio è al centro di una guerra tra bande. Il presidente Rai, Foa, imbraccia il cannone. "Il suo stipendio è elevato". L’ad Salini è con Fazio, "è un talento". Il Partito Democratico sodale anch’esso col conduttore cancellato. "Complimenti alla Rai per l’autolesionismo". Una intimidazione sistematica. Il più classico e dannoso degli autogol. Anzi di più. La Lega si è autoassegnata una sorta di calcio di rigore al novantesimo. I gol degli altri annullati. In dispregio di ogni regola. Salvini, il capitano della squadra vestita di nero, pare punti a vincere anche la prossima partita del suo personale calendario. In gioco la libertà di dissenso degli umili. Potrebbe trovare però un forte motivo di contrasto nel pubblico degli elettori, che qua e là non risparmiamo le contestazioni. Chissà che il 26 maggio non li trovi un tantino stanchi di applausi e di consensi.

Franco Esposito