E’ avanzato inesorabilmente verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese il contagio della Xylella che già provocato, con 21 milioni di piante infette, una strage di ulivi lasciando un panorama spettrale con perdite di tempo, annunci, promesse e inutili rimpalli di responsabilità.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le conclusioni di due pareri dell'Autorita' europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – sottolinea Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione.

Il conto dei danni causati dalla Xylella in Italia è salito secondo la Coldiretti a 1,2 miliardi di euro, per colpa di errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità.

L’Efsa chiarisce che non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale Xylella fastidiosa che minaccia non solo i Paesi mediterranei ma la maggior parte del territorio Ue. Si deve quindi intervenire – sostiene la Coldiretti - per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti. Con l’importante approvazione del Decreto emergenze, profondamente modificato rispetto all’impostazione iniziale, serve ora - chiede Coldiretti - un deciso cambio di passo per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia.

Sotto accusa le responsabilità regionali e anche comunitarie a partire – continua la Coldiretti – dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di RotterdamUna politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – conclude la Coldiretti – devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati.