In Uruguay il tempo è un concetto relativo, tutto scorre all’insegna della lentezza. L’emblema di questo spirito sono gli edifici statali che hanno nel Parlamento il suo centro simbolico. È qui che giace il progetto di legge del "Día del Inmigrante Italiano", una storica iniziativa lanciata dalla Società Italiana di Colonia per omaggiare gli italiani nella data del 23 novembre recentemente presentata dal deputato Enzo Malán. Con lui parliamo delle ragioni di questa legge e proviamo a capire a che punto si trova il lungo iter burocratico.

Il pericolo è dietro l’angolo: negli ultimi mesi che restano prima delle elezioni politiche, questa legge potrebbe finire nel dimenticatoio di un ramo del Parlamento a cui è stata destinata. Il nome della commissione è già di per sé abbastanza complicato: "Constitución, códigos,legislación general y administración". Riuscirà il Día del Inmigrante Italianoa inserirsi tra una miriade di provvedimenti? Il primo passo appare il più tortuoso: dopo l’ok della commissione, per essere approvata la legge ha bisogno del voto dei due rami del Parlamento, della Camera e del Senato. Cosciente del rischio, pur mostrando un tiepido ottimismo, Malán si appella a "tutte le associazioni italiane in Uruguay" affinché "possano fare pressione sulla commissione in modo da far capire che questa è una proposta della società civile, non solo di un singolo deputato".

Esponente socialista del Frente Amplio, rappresentante del dipartimento di Soriano, la famiglia di Enzo Malán ha lontane origini piemontesi come racconta nella sua intervista in cui strappa una promessa e una data per l’approvazione: "Difficile prevederlo ma mi auguro entro settembre".

Deputato Malán, come è nata questa iniziativa del Día del Inmigrante Italiano?

Il merito è della Società Italiana di Colonia. Un giorno ho ricevuto un loro messaggio dove si motivavano le ragioni di questa richiesta. Successivamente ho avuto modo di parlare con alcuni membri dell’associazione e ci siamo trovati in sintonia. Visto il grande contributo che hanno dato alla storia di questo paese, gli italiani meritano di ricevere un riconoscimento del genere. Anche per la storia della mia famiglia sento di dover appoggiare questa iniziativa.

Da dove vengono le origini della sua famiglia?

Dal Piemonte, Torre Pellice. Abbiamo poche informazioni ma sappiamo che il mio bisnonno Malán arrivò intorno alla metà dell’ottocento a La Paz Colonia Piamontesa. Era di religione valdese e, come tante altre persone, scappava dalle persecuzioni religiose.

Il Día del Inmigrante Italiano esiste già da diversi anni in Argentina e Brasile. Perché è importante anche per l’Uruguay avere una giornata simile?

Il contributo che hanno dato gli italiani a questa nazione è stato fondamentale e ha coinvolto praticamente tutti i settori: agricoltura, architettura, cultura, gastronomia, linguaggio, modo di vivere e tanto altro. Penso poi che sia importante sottolineare anche l’influenza nel sistema delle idee democratiche e nei valori politici e religiosi. Alcuni mi hanno chiesto di fare una giornata per l’immigrato in generale alla luce della situazione che sta vivendo oggi l’Uruguay. Credo che questa sia anche una buona proposta ma un omaggio specifico all’Italia è doveroso: spero che questa legge aiuti a rafforzare il nostro legame con l’Italia e che possa servire anche per aiutare le comunità italiane attive nel nostro Paese.

La legge da lei recentemente presentata si trova attualmente all’interno della commissione “Constitución y códigos” in attesa di essere discussa. Quando verrà approvata?

È molto difficile prevederlo dato che la commissione ha tantissimi temi da affrontare, alcuni con priorità. Spero in ogni caso che possa essere approvata entro settembre dato che si tratta di un tema semplice e condiviso. Io personalmente cercherò di contattare la commissione affinché si avvii la discussione al più presto ma sarebbe anche molto utile un intervento delle associazioni italiane per far capire che questa legge nasce dalla volontà della società civile e non di un singolo deputato.

Concretamente, cosa possono fare le associazioni italiane?

Inviare una nota formale alla commissione. L’indirizzo mail è: ccclgacrr@parlamento.gub.uy.

Su un tema come questo in genere c’è un consenso ampio da parte di tutte le forze politiche. Sarà così anche questa volta?

Sì. Dal Frente Amplio c’è appoggio totale. Ho parlato con colleghi di altri partiti e mi hanno detto la stessa cosa. L’Italia è un tema che ci unisce.

Nel 2016, in occasione dell’omaggio della Camera dei Deputati all’Italia, si sollevarono diverse critiche per la strumentalizzazione politica della giornata. C’è il rischio che questa legge possa essere strumentalizzata da qualcuno?

Spero proprio di no, io non la interpreto così. Rendere omaggio all’Italia va al di là di un partito politico. A maggior ragione nell’anno elettorale abbiamo bisogno di iniziative come queste che ci uniscono.

Ha avuto con altre associazioni italiane?

Oltre alla Società Italiana di Colonia, conosco quelle di Dolores e di Mercedes mentre non conosco quelle di Montevideo. Nell’interno ho avuto modo di vedere che questi gruppi fanno un grande lavoro a beneficio della collettività e puntando sulla diffusione delle tradizioni e della cultura.

di Matteo Forciniti