ROMA – "Sempre più studenti italiani decidono di affidare parte della loro preparazione accademica ad esperienze oltre confine: il 14% dei ragazzi compresi tra i 15 e i 29 anni, il 30% degli universitari. Il programma Erasmus costituisce solo parte di questo processo: circa 20 mila iscritti nei nostri Atenei partecipano ogni anno a questa opportunità dall’ampio respiro europeo. La richiesta di inserimento nel progetto è aumentata considerevolmente in meno di un ventennio, per l’attrattiva di una preparazione culturale dal respiro internazionale, per questo più completa e valida".

Lo afferma il deputato del Pd Nicola Carè, eletto nella ripartizione Africa Asia Oceania Antartide annunciando la presntazione della proposta di legge "Modifica alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di riserva di posti in favore dei cittadini italiani residenti all'estero per l'ammissione ai corsi universitari ad accesso programmato".

"Parallelamente, - prosegue Carè - le Università italiane continuano a conquistare studenti stranieri per l’indiscutibile ricchezza culturale del Paese attraverso architettura, design, innovazione, con eccellenze indiscusse nel settore della ricerca scientifica e tecnologica. L’Italia detiene un record indiscusso nel campo delle pubblicazioni accademiche e delle riviste di ricerca in Europa: un primato irraggiungibile nel settore medico, delle scienze naturali, delle scoperte farmacologiche e matematiche. Sono, pertanto, in solido aumento i tanti studiosi e universitari residenti all’estero che desiderano acquisire un titolo o un post-diploma nei nostri Istituti: tra questi spiccano i nostri concittadini di seconda e terza generazione che, non dimenticando le proprie origini, desiderano rafforzare la loro identità culturale".

"Tuttavia – prosegue il deputato - l’accesso a specializzazioni e studi, potrebbe essere frequentemente pregiudicato a causa dell’esistenza del ‘numero chiuso’ in alcuni settori: posti limitati che priverebbero, di fatto, tanti connazionali all’estero dell’opportunità di usufruire di determinati corsi. È pertanto indispensabile intervenire sulla quota loro destinata, incrementandola: operare direttamente sulla legge n. 264 del 1999 che regola l’accesso ai corsi universitari italiani, modificandone il secondo comma dell’articolo 4".

"Questa mia proposta di riforma di legge – spiega Carè - scaturisce dall’impegno verso la nostra vasta comunità oltre confine: inserimento agevolato a facoltà di laurea e specializzazioni con una riserva di posti a loro dedicata del 7 per cento. Questa doverosa e necessaria modifica sulla quota riguardante i posti disponibili a concorso è il risultato del coro di voci degli italiani ovunque residenti: una richiesta di considerazione e cura. Una opportuna rettifica sulla legge, totalmente esente da costi aggiuntivi per il bilancio statale: importante dimostrazione e simbolo di protezione e attenzione. Un piccolo eppur grande gesto di riconoscenza – conclude il deputato Pd - verso chi costantemente promuove e diffonde eccellenze e Made in Italy nel mondo".

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