La statua di Bud Spencer sul lungomare di Livorno. Il monumento divide la città in discussioni sfociate puntualmente nel mare magnum delle polemiche. La statua è dedicata a Bud Spencer, popolare e amata figura di attore di un certo cinema. Un omaggio a lui che girò due film a Livorno: "Lo chiamavano Bulldozer" e "Bomber".

All’inaugurazione della statua, alta centonovantadue centimetri, - da un’idea di Ricardo Minetti, realizzata da un carrista di Viareggio, Fabrizio Galli - c’erano le due figlie di Carlo Pedersoli, alias Bud Spender, Diamante e Cristina. Il sindaco Cinque Stelle Nogarin dice di non capire le polemiche. "L’idea nasce dal basso, da una fan page molto seguita. Al Comune la statua non è costata un euro". Però ad Azeglio Ciampi, illustre cittadino di Livorno, avevano detto no.

Niente rotonda intitolata all’ex presidente della Repubblica. Decisivo il voto contrario dei Cinque Stelle in consiglio comunale. A Bud Spencer hanno detto sì, come attesta la luccicante scultura in vetroresina alla memoria dell’attore napoletano, nuotatore di alto livello e pallanuotista in gioventù, sistemata sul lungomare di Livorno. I fan dell’attore se ne fregano delle polemiche e delle divisioni, loro si mettono in fila per i selfie di lato alla statua, vicino allo Scoglio della Regina.

Barba nera, giacca marinara blu, borsone e cappello, sembra proprio lui. Il mitico Bud Spencer. "Una leggenda", i post dei fan. "Ditemi che è uno scherzo e non è vero, che c’entra Bud Spencer con Livorno?", a fiumi il sarcasmo dei criticoni. "Quanti altri hanno girato film ben più importanti, autentiche opere d’arte, da queste parti?". Opinioni in libertà, mentre la giunta Cinque Stelle ormai è ai titoli di coda. L’ultimo nastro tagliato dal sindaco Filippo Nogarin coincide con il singolare gesto di omaggiare con una scultura l’attore scomparso nel 2016.

"Non capisco le polemiche, chi volevano Sherlock Holmes?", ironizza il primo cittadino, e sono spruzzi di veleno su quei livornesi che non sono mai d’accordo su nulla. L’idea della statua è un tipico prodotto di quest’epoca schiava dei social. Il crowdfunding è cresciuto in rete. "Certo, io preferivo vedere lì, sul lungomare, Pietro Gramsci, ma se non è stato speso niente da parte del Comune…", si barcamena fra il pratico e l’idealista il popolare cantautore Roberto Bobo Rondelli. Argini e indugi sono caduti dopo la proiezione del film "Bulldozer" allo stadio del rugby. Un pienone incredibile, e il piano della statua come omaggio a Bud Spencer è decollato prepotentemente. Allarga comunque la braccia sconsolato Simone Lenzi, scrittore e musicista livornese.

"Mi pare che qui manchi del tutto un progetto. Non è che se ti regalano una statua devi esporla per forza sul lungomare. Questi che l’hanno messa sono gli stessi che hanno rifiutato di intitolare una rotonda a Carlo Azeglio Ciampi, che era di Livorno. E sono gli stessi che a Villa Mambelli hanno messo i dinosauri di plastica come se fosse un Lunapark". Ironia e sarcasmo, sui social infuria la polemica. Scrive Anna Laura: "Togliete quel gigantesco nano da giardino dal lungomare". Matteo, non Salvini, rivolge una domanda che dovrebbe indurre tutti alla riflessione. "Ciampi e Modigliani gli facevano schifo?". Al veleno l’osservazione di Natalia. "È come uno di quei pupazzi vestiti da cameriere che i ristoranti tengono fuori del locale con il menù in mano".

Ex candidato a sindaco sconfitto al primo turno, Marco Bruciati si mette scandalizzato le mani nei capelli, a lui sembra che la città stia precipitando verso un punto di non ritorno, molto basso. "La santa trinità culturale di Livorno: la statua della Madonna dei popoli, quella di Snoopy, e ora la statua di Bud Spencer. Siamo sulla strada di un’irreversibile mediocrità". Federica e altre e altri postano cose del tipo "sembra Brutos di Braccio di Ferro. A me non piace. Mi dispiace e sono perciò costretta a rientrare fra i livornesi antipatici e disfattisti".

Ma c’è anche chi – e non sono pochi, anzi fanno numero importante – si ferma sul lungomare per un selfie. La contagiosa malattia di questo ventennio. "La statua è posizionata col mare alle spalle e concepita delle dimensioni adatte proprio per scattarsi una foto con Bud Spencer", spiega Riccardo Minetti, l’ideatore confortato dall’apprezzamento delle figlie dell’attore Bud Spencer, alias Carlo Pedersoli, presenti domenica scorsa all’inaugurazione.

Il taglio del nastro con ampia distribuzione di salsicce e fagioli. Il piatto preferito da quel simpatico smanaccione, gigantesco spettacolare distributore di schiaffoni, manrovesci, cazzottoni nella finzione cinematografica. In quella versione piaceva a tutti, grandi e piccini. E se fosse ancora qui, in carne e ossa, sul lungomare di Livorno, i criticoni della sua statua saprebbe come zittirli. Basterebbero due o tre sganassoni. Così, per ridere, e non morire di noia. E dentro di sé arcisicuro, come tanti a Livorno e fuori Livorno, che quella statua non andava messa lì. Perché non ha senso e non ci sta bene. Fateci più di un pensierino, voi dei Cinque Stelle, fan acquisiti. Certamente per convenienza politica. O no?

Franco Esposito