Italia alle urne, ieri, nella giornata riservata ai ballottaggi. Si è votato in 136 Comuni del Belpaese dove lo scrutinio ha regalato alcuni risultati "storici". Il centrodestra ha vinto in 12 capoluoghi di provincia, il centrosinistra in 13 (uno in più, dunque) ma ha perso roccaforti storiche come Ferrara, virata per la prima volta a destra dal dopoguerra. Il centrosinistra si consola riconquistando Livorno e mantenendo Comuni come Prato e Reggio Emilia.

IL RISULTATO CLAMOROSO DI FERRARA
In ogni caso, quello che la matematica sembra certificare come una sorta di sostanziale pareggio (13 a 12), ha in realtà altre interpretazioni. Se è vero, infatti, che il centrodestra a trazione leghista alla fine conquista un capoluogo in meno del centrosinistra, lo è altrettanto il fatto che alla fine la coalizione un tempo nota come Popolo delle Libertà, ha messo in cascina cinque Comuni in più rispetto alla scorsa tornata elettorale, mentre dall'altra parte il centrosinistra ne ha persi sei, tra cui alcuni dall'importanza simbolica rilevante come Ferrara, dove il candidato del Carroccio Alan Fabbri ha stravinto, in maniera clamorosa quasi, con oltre dieci punti percentuali di vantaggio.

IL CENTROSINISTRA PERDE 40 COMUNI
Riepilogando e stando ai dati di Youtrend, nei Comuni italiani con più di 15mila abitanti il saldo sorride al centrodestra con il trio Lega, Fi e FdI capace di affermarsi in 75 municipalità, conquistando 36 nuovi Comuni. Il centrosinistra invece governerà 109 municipi: il che significa 40 enti in meno rispetto a prima.

IL M5S VINCE A CAMPOBASSO
Il M5s vince a Campobasso, unica città dove era rimasto ancora in corso al secondo turno, ma anche per i pentastellati il saldo è negativo: -3, complici le perdite di Livorno ed Avellino.