Sbucata incredula e ammaccata da una primavera pazzesca, di pioggia e gelo, praticamente mai sbocciata, la Riviera italiana deve scontrarsi e confrontarsi con una curiosa crisi. Inattesa e pungente, non solo evidente, certificata dai numeri. Introvabili cuochi e camerieri, chiaramente a disagio alberghi e ristoranti rivieraschi. Sarebbero spariti anche i bagnini, un bel problema pure questo. La Riviera accusa un momento di chiara emergenza. In particolare nella zona della Marche, al confine con l’Emilia Romagna. Quale la causa dell’improvvisa indisponibilità (o moria) di camerieri e cuochi da impiegare nella stagione estiva nei locali della Riviera? "I salari bassi e i turni pesanti", è l’opinione dei sindacati allarmati dalle denunce provenienti da albergatori e ristoratori. "Guardiamo agli stagionali, quelli del Sud non vengono più, scelgono il sussidio e gli extra in nero", denunciano invece alcuni sindaci battenti la bandiera del Pd, ovvio.

Il famigerato reddito di cittadinanza viene ritenuto anch’esso una causa (o la concausa) dell’improvvisa carenza di cuochi e camerieri. "Ma anche i bagnini stanno sparendo, proviamo a vedere quali sono le cause e di chi la colpa", chiedono i proprietari delle strutture balneari rivierasche. Gabicce Mare, nelle Marche, la località presa a campione. A riaprire il caso relativo alle carenze sopra esposte, quella della mancanza assoluta di lavoratori stagionali, la misura bandiera del M5S, inserita nel contratto di governo e nella legge di Bilancio 2019. Un provvedimento definito "assistenziale" da alcuni sindaci di località marinare delle Marche. Il primo cittadino di Gabicce Mare, di origini calabresi, guarda con freddezza al problema. "Posso farlo conoscendo in prima persona i giovani del Sud. Ho vissuto a Catanzaro fino a diciotto anni. Il problema degli stagionali a Gabicce Mare resta. È di una gravità unica, palese".

Gli enti preposti sono in grado di definire la portata del problema. Nelle strutture ricettive mancherebbero 250 figure, in media tre ad albergo. Soprattutto tra cuochi, camerieri e personale ai piani. Vuoti che rischiano di complicare la stagione turistica rivierasca. "In realtà l’hanno già complicata", denuncia il sindaco di Gabicce Mare. Il presidente dell’Associazione albergatori della località turistica ha effettuato una sorta di mappatura della zona. "A diversi nostri soci è stato risposto che invece di venire a lavorare in estate al Nord preferiscono ora preferiscono un’altra soluzione. Intanto molto meno faticosa". Il firmatario di questa affermazione è appunto il responsabile dell’Associazione albergatori, Angelo Serra. "I lavoratori del Sud preferiscono ricevere il reddito di cittadinanza e arrotondare con qualche extra in nero". Esplosa quest’anno, la difficoltà non è un fatto nuovo. I primi segnali risalgono al 2014. "Siamo ora però in presenza di un evidente robusto incremento del disagio. È più complicato assumere lavoratori e il reddito di cittadinanza incide per il dieci per cento".

Altre ragioni sarebbero identificali nella nuova esigenza dei lavoratori destinati un tempo esclusivamente alla stagione. "Preferiscono ottenere un lavoro annuale. E sono sempre meno quelli che vogliono lavorare anche il sabato e la domenica". La risposta del M5S al sindaco di Gabiccce Mare non si è fatta attendere. È arrivata sul blog. Intanto un infortunio dell’autore materiale della risposta: Gabicce definito "comune romagnolo", un incredibile lapsus. Comunque: "I lavori stagionali sono da decenni la giungla di precarietà. Orari disumani, stipendi da fame, nessuna sicurezza, carenza assoluta di garanzia o tutela contrattuale. Lo spaccato del lavoro nero in Italia". Sul tema si registra un intervento a sorpresa. Quello di Matteo Renzi, a nome del Pd. Parola pregne di sarcasmo scritte su Facebook. "Il reddito di cittadinanza fa sparire i navigator e ora pure i bagnini". La polemica comunque resta accesa. E sui social impazza letteralmente. Un padre: "Aiuto cuoco e Lignano Sabbiadoro, mio figlio lavorava dalle sei alle undici di sera, sabato e domeniche compresi. Sapete per quanto? Ottocento euro". Manodopera sottopagata e sfruttata, tredici ore al giorno per una paga da fame, è la denuncia imperante su Facebook. "Chi non ha mai fatto una stagione non sa di cosa si parla".

Da accusatori ad accusati albergatori e ristoratori delle zone rivierasche. "Assicuriamo contratti regolari e riposo garantito". Risentiti e incazzati dalle critiche espresse sui social: "Dobbiamo dire basta a chi si scaglia contro di noi". Investiti dalle accuse, rifiutano in maniera ferma di essere definiti "solo sfruttatori: lo stipendio medio degli stagionali si aggira dai milletrecento ai duemila euro netti al mese, più vitto e alloggio", garantisce il presidente dell’Associazione albergatori. Laddove il sindacato Filcams Cgil ritiene il reddito di cittadinanza un falso problema. E invoca il rispetto degli orari di lavoro, retribuzione adeguata, straordinari pagati, garanzia dei diritti dei lavoratori, formazione del personale. "Diversamente non è possibile parlare di turismo". Botta e risposta. Sullo sfondo della penuria crescente di lavoratori stagionali in Riviera, lo scontro è tipicamente all’italiana. Innanzitutto dialettico.