Mai così tanta birra italiana è stata bevuta all’estero dove fa registrare un balzo delle bottiglie esportate del +33% nel 2019 mettendo a segno un record storico. È quanto emerge da un'analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo trimestre dell’anno in occasione dell’apertura a Roma del primo “Salone della birra agricola” per  la nascita del Consorzio per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana.

Il Made in Italy – evidenzia la Coldiretti - vola proprio in quei Paesi per i quali la birra è una specie di tradizionale nazionale: dai pub del Regno Unito, dove finisce quasi la metà dell’export italiano, che hanno aumentato il loro consumo di quasi il 25% nel primo trimestre del 2019 a quelli della vicina Irlanda dove gli acquisti di birra sono più che raddoppiati (+114%) come in Germania (+113,5%), dagli Stati Uniti che sono il secondo importatore dopo la Gran Bretagna e sono cresciuti di oltre il 36% ai veri e propri record in Spagna dove la “cerveza” italiana è triplicata o in Olanda dove è addirittura quintuplicata, ma volano anche paesi del nord Europa come la Norvegia che sfiora l’80% di crescita.

Nel 2018 l’export totale di birra italiana ha superato i 304 milioni di litri dopo una crescita ininterrotta nell’ultimo ventennio. Un successo costruito e confermato partendo proprio dall’interno dei confini nazionali dove – spiega la Coldiretti – il consumo pro capite ha raggiunto i 33,6 litri, il massimo di sempre, con una crescita del 14,3% negli ultimi dieci anni. Nel 2018 per la prima volta nella penisola i brindisi a base di birra hanno superato 20 milioni di ettolitri conquistando oltre la metà degli italiani, portando l’Italia a superare la Francia ma ancora lontano dai 138 litri bevuti ogni anno in media dagli abitanti della Repubblica Ceca. La birra è sempre più bevanda di degustazione con richiami al territorio e al Made in Italy valorizzando l’origine nazionale delle materie prime utilizzate, con più di 6 boccali su 10 che vengono consumati in casa, con familiari e amici. Mentre si assiste – spiega Coldiretti – a una progressiva destagionalizzazione con consumi che dall’estate si allargano all’autunno e all’inverno.

Il balzo della birra italiana – sottolinea Coldiretti – è favorito da una forte diversificazione dell’offerta in particolare nella birra artigianale per un consumo che è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con numerosi esempi di innovazione, specialità altamente distintive e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con le fragole, da quella al miele di erica alla birra con le prugne e non mancano neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.

“Con il record di 41,8 miliardi di euro di valore dell’export agroalimentare – sottolinea il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini – il Made in Italy si conferma uno straordinario volano di sviluppo per la nostra economia con una capacità di vincere sui mercati esteri che potrebbe essere rafforzata superando la frammentazione e dispersione delle risorse per la promozione del vero Made in Italy all’estero puntando a un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo ed investendo sulle ambasciate, mentre a livello nazionale servono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”.

IL BOOM DELLE BOTTIGLIE DI BIRRA MADE IN ITALY STAPPATE ALL'ESTERO

Olanda +412,7%
Spagna +199,2%
Irlanda +114,2%
Germania +113,5%
Norvegia +79,4%
Stati Uniti +36,1%
Regno Unito +24,9%

TOTALE                                                                                                                                                             +33,0%

Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat I° trim. 2019 rispetto allo stesso periodo anno precedente