Storie di ordinario degrado. Storie legate ai rifiuti. Quelli di Roma riconosciuti ormai come leggendari in tutto il mondo. L’immondizia della Capitale, che l’amministrazione comunale non è in grado di togliere dalle strade di interi quartieri. Sos alla ministra, intervenga la signora Giulia Grillo. I medici lanciano l’allarme, anziani e bambini in pericolo, fortemente a rischio. È quanto si evince dalla relazione della Regione Lazio. Roma rischia di soffocare sotto i miasmi dell’immondizia lasciata marcire in strada. Il Campidoglio dalla faccia di bronzo, quella del sindaco Virginia Raggi in primo piano, nega tutto. Ma quale montagna di rifiuti non raccolti, quando mai, e come e dove? "Restano a terra solo 650 tonnellate di immondizia".

La Regione Lazio rincara la dose: c’è pericolo serio di combustione relativamente ad accumuli di carta e cartone. Le minacce, serissime, non sembrano scuotere l’immobilismo del ministero. La Grillo non risponde. "Abbiamo inviato una dettagliata relazione, ma da lei nessun cenno di riscontro". Intanto, l’Emilia dice no all’accoglimento dei rifiuti prodotti da Roma. "La capitale chieda ad altri". La situazione assume però aspetti sempre più drammatici, giorno dopo giorno. Il centro di raccolta di Ponte Malnone chiude tra quattro giorni. Bisognerà trovare posto a trecento tonnellate di rifiuti al giorno. Dove e come? Da qui la richiesta urgente inviata da Ama alla Regione Lazio, al ministro Costa e al prefetto Gerarda Pantalone. Si attivino, e presto, per verificare la capacità residua di tutti gli impianti del Lazio. Rima, ad Aprilia, ha un contratto per duecento tonnellate a settimana, ma continua a raccoglierne solo novecento. I rifiuti di Roma marciscono in strada. Il presidente dell’Ordine dei Medici, Antonio Magi, ha inviato una lettera al Campidoglio, alla Regione e al ministero dell’Ambiente. Ribadito l’allerta per il rischio sanitario. Si registra infatti una massiccia invasione di mosche, blatte, topi, gabbiani, che si alimentano di spazzatura. Roditori e volatili sono potenziali vettori di malattie. "Legate alla proliferazione di germi e parassiti con la possibile diffusione di malattie infettive".

Il rischio grave è che si passi dall’emergenza igienica a quella sanitaria. Anche in considerazione degli incendi del materiale che "sprigiona sostanze tossiche per la salute". Il Campidoglio cieco e sordo, non vede e non parla. Tiene la barra a dritta, limitando la reazione a una precisazione. "Si ritiene necessario fugare le preoccupazioni per la situazione igienico-sanitaria. Non vi è alcuna emergenza, ma disagi dovuti alla decomposizione di rifiuti organici, accelerata dalla straordinaria ondata di calore". La reazione dell’amministrazione comunale è firmata Laura D’Aprile, dirigente del Ministero in prestito al Comune. E ormai, di fatto, assessore ombra ai rifiuti della giunta Raggi. Molto stimata dai papaveri del M5S, la manager pone l’accento sul "grave stallo nella raccolta dei rifiuti". Lo stallo contestato dagli ex colleghi, i Tmb di Malagrotta, della Rida, della Saf e della Deco in Abruzzo. Tutte hanno ridotto la loro capacità di trattamento. "Il differenziale – riferisce Laura D’Aprile, proabilmente mentendo – è di 650 tonnellate sulle 3.000 che Roma produce quotidianamente".

Formale richiesta è stata indirizzata alla Regione Lazio: gli operatori dell’intera regione aiutino la capitale. Sulla Municipalità che non raccoglie i rifiuti si abbatte un altro pezzo di roccia. Indagati due dirigenti Ama per appalto truccato. Nel 2014 si sono occupati dell’appalto per la fornitura dei mezzi. I due dirigenti si sarebbero messi d’accordo con tre imprenditori per indirizzare l’aggiudicazione di due dei nove lotti in cui era suddiviso l’appalto. Valore stimato cinque milioni di euro per il noleggio di compattatori e di autocarri con vasca. I camion sono capaci di caricare fino a diciotto tonnellate di rifiuti; gli autocarri sono mezzi più agili con un carico di tre tonnellate e mezza. "Turbata libertà degli incanti il reato contestato dal pm Alberto Galanti nei confronti di Lorenza Marazza, responsabile del settore approvvigionamenti dell’ufficio di Direzione Generale; di Giuseppe Perrone, al tempo direttore dei Servizi territoriali e responsabile unico del procedimento, nonché presidente della commissione aggiudicatrice della gara.

Dello stesso reato sono accusati gli imprenditori Mario e Piero Fantauzzi, titolari della Socram Meccanica srl, e Marco Clemenzi, della Onegroup srl. Si sarebbero aggiudicati rispettivamente i lotti 5 e 6 (valore tre milioni e 600mila euro) e una quota del lotto mumero 2 (due milioni di euro). L’indagine è nata da uno degli esposti dell’ex presidente di Ama, Daniele Fortini. Individuato "l’appalto specifico incriminato e le collusioni tra dirigenti e imprenditori". Le iniziali di Marco Clemenzi spuntano nel libro nero dove Salvatore Buzzi teneva la contabilità occulta della cooperativa 29 giugno. L’indagato avrebbe aiutato Buzzi a creare fondi neri. "Attraverso false fatturazioni riceveva pagamenti da Buzzi, restituendogli il denaro medesimo detratta l’Iva". Montagne di rifiuti non raccolti, il ministro assente, ex dirigenti Ama indagati: comunque la rivolti, sempre monnezza è.