Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya lo scorso 20 novembre, era viva il giorno di Natale. E' quanto emerso al termine del vertice avvenuto oggi a Roma tra le autorità giudiziarie italiane e quelle kenyote. La conferma che la giovane milanese fosse viva fino al 25 dicembre è giunta dalle dichiarazioni rese da due kenyoti arrestati il giorno di Santo Stefano in quanto ritenuti gli esecutori materiali del rapimento. La ragazza, secondo quanto hanno raccontato i due, sarebbe stata poi ceduta ad una altra banda di rapitori.

I CARABINIERI TORNERANNO IN KENYA
Sul fronte investigativo, i carabinieri del Ros torneranno in Kenya nelle prossime settimane per proseguire la collaborazione con le autorità locali ed acquisire ulteriore materiale probatorio nell'ambito dell'indagine sul sequestro della giovane italiana.

RICOSTRUITE LE FASI DEL SEQUESTRO
Nel corso del vertice della Capitale, sono state anche ricostruite le varie fasi del sequestro avvenuto nella contea di Kilifi da parte di un gruppo armato composto da 8 persone. Il commando ha fatto irruzione nel centro commerciale di Chacama portando via Silvia senza cellulare e passaporto su una moto verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana.

AZIONE RICONDUCIBILE A CRIMINALI LOCALI
L'azione sarebbe riconducibile a criminali locali che per il sequestro della giovane milanese avevano acquistato granate e fucili, ed avevano seguito la cooperante nei giorni precedenti al blitz.

DUE DEI SEQUESTRATORI SARANNO PROCESSATI
Degli otto rapitori, cinque sono attualmente ricercati mentre i due arrestati saranno processati a Nairobi il 29 e 30 luglio prossimi. Un terzo soggetto finito anche lui in manette, un somalo di 35 anni, trovato in possesso di una delle armi in quel villaggio, ha ammesso le proprie responsabilità.