Siamo parte di quel segmento minoritario nei sondaggi, tutti da confermare, che non plaude né al governo e meno che mai al premier ed ai suoi "vice". Anzi, a dirla tutta ci hanno stufato con la vergogna di queste sceneggiate, con l’Italia ridotta al lumicino per via dell’incapacità sesquipedale dal primo loro giorno di governo. Soprattutto, siamo stufi di vivere sull’orlo di una crisi che scoppia e poi, senza pudore, rientra sempre. Stufi di assistere alle insolenze, stufi di ascoltare le accuse spudorate che si fanno mentre il Paese arretra ed è in affanno. Siamo stufi di sentirci dire che si va avanti così solo per mancanza di alternative, perché altrimenti ci sarebbe un ribaltone tra i grillini e il Partito democratico.

Siate realisti, ce lo vedete Sergio Mattarella a sfidare lo sdegno e la rabbia generale per l’ennesima forzatura del Quirinale? Sia chiaro, fare ipotesi suggestive è il condimento della politica, ma accamparle per intimorire o per ipnotizzare a favore di questo governo di Conte, Salvini e Di Maio, è insopportabile. Non passa giorno che, dopo la solita lite, non esca fuori un piano "B" pronto a partire, dal ribaltone al governo Draghi, alla Santa alleanza. Di tutto pur di impaurire e intimidire. Eppure, in democrazia quando un governo non funziona, una maggioranza non va avanti, un esecutivo resta impantanato dall’incompatibilità e dal veto, la via maestra è solo il voto, le elezioni non sono la fobia ma la ragione della democrazia.

È vero, la Costituzione impone l’obbligo di ricercare in Parlamento una soluzione di sostegno ad un governo alternativo, ma si sa che tra le ipotesi e il bene del Paese ce ne corra assai. La carta è fondata sul rispetto della volontà popolare, i ribaltoni sono l’esatto opposto sia chiaro. Questo stesso governo non funziona, arreca danno, non solo perché è fatto di incapaci a governare, ma perché in fondo è un ribaltone, nel 2018 chi ha votato Lega di certo non voleva l’alleanza coi grillini. A marzo dello scorso anno i tre schieramenti erano antagonisti, alternativi, con programmi distinti sottoposti agli elettori, quella era l’indicazione e non di prendere i voti per fare strame della scelta popolare, come purtroppo è stato fatto. Ecco perché solo a pensare di intortare ancora gli italiani con una alleanza non prevista, facendola passare come unica alternativa per il bene del Paese, sarebbe scriteriatezza pura e da rivolta civile.

Come non starebbe in piedi l’ipotesi Draghi, che oltretutto non ci pensa proprio perché semmai punta più in alto, da chi sarebbe sostenuto? Ve la immaginate una maggioranza dal Pd ai grillini a Forza Italia, con la Lega e la Meloni all’opposizione? Una personalità come Mario Draghi non si presterebbe ad una guerriglia parlamentare fra chi fosse con lui e chi contrario; semmai accetterebbe solo un incarico plenario, altro che Vietnam come sarebbe ad ogni passo. Siamo stufi di tutto. La verità è che serve tornare al voto. Serve che siano gli italiani a fare quella chiarezza che il Parlamento si rifiuta di fare, per mantenere sia le poltrone, sia un carrozzone di politicanti e basta. Con questo governo dove andiamo, cosa può darci questo teatrino di insulti fra ignoranti? Vi sembra che sia la strada giusta? Oppure siete stufi e invocate il voto? La rottura tra Salvini e i grillini? Serve la crisi e un governo istituzionale per andare al voto. Servono schieramenti chiari e impegnativi, programmi costruttivi. Serve un Paese rilanciato e liberato dagli assistenzialismi, dagli statalismi, dai clientelismi. Soprattutto dai trasformismi e dalle prese in giro.

ALFREDO MOSCA