Accordicchio, anzi inciucio. Frittata, forse rimpasto. Se "grande è la confusione sotto il cielo" della politica, in questa pazza pazza crisi di metà agosto i veri protagonisti, oltre ai big dei partiti, sono loro: alcuni termini presi in prestito dal politichese e mescolati alla cultura pop, che nelle ultime ore sono entrati a far parte del lessico comune. Spalmati un po' ovunque dagli esponenti di governo e non solo, ci ricordano che anche la crisi, in fondo, ha il suo vocabolario. Accordicchio - "Con franchezza dico no. Un accordicchio Pd-M5S regalerebbe a Salvini uno spazio immenso. Nessuna paura del voto" ha spiegato il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che l'11 agosto scorso, a due giorni dall'apertura della crisi, tirava il freno a mano sull'ipotesi di una possibile alleanza con i grillini per varare la manovra e poi tornare al voto, restando cauto. A scongiurare lo scenario di un 'accordicchio', inteso come un accordo stiracchiato, è stato anche l'ex premier Matteo Renzi: "Il voto è sacro ma l'accordo parlamentare non è un accordicchio" ha detto.

Accordo alla tedesca E' l'ipotesi ventilata dal dem Graziano Delrio e consiste in un accordo scritto che due o più alleati (in questo caso M5S e Pd) si impegnano a portare a termine. Il riferimento è al contratto di coalizione tedesco con il quale l'anno scorso si è trovato un accordo per formare la Grosse Koalition tra Cds, Csu e Spd che sostiene il governo Merkel.

Barbari "Salviamo l'Italia dai nuovi barbari", che poi sarebbero i leghisti. Almeno secondo la definizione coniata dal fondatore del M5S, Beppe Grillo, che a due giorni dallo strappo di Salvini è tornato in campo per lanciare un appello alle forze politiche sul Blog: "Altro che elezioni, salviamo il Paese", ha tuonato il fondatore pentastellato che, ha promesso, si "eleverà" per salvare l'Italia "dai nuovi barbari". D'altra parte, ha spiegato, "non si può lasciare il Paese in mano a della gente del genere solo perché crede che senza di loro non sopravviveremmo. Un complesso di Edipo in avvitamento che è soltanto un'illusione".

Bibbiano 'Il partito di Bibbiano' ossia il Pd, secondo il capo politico dei Cinquestelle. "Io con il Partito di Bibbiano non voglio avere nulla a che fare" ha detto Di Maio a luglio, molto prima della crisi e soprattutto molto prima che iniziassero a circolare voci di un accordo coi dem.

Capitan Fracassa E' una delle maschere della commedia dell'arte che rappresenta un fanfarone, un millantatore, la caricatura del soldato di ventura, spaccone e sbruffone. Ed è anche il titolo dell'omonimo romanzo di Théophile Gautier. Renzi tira spesso in ballo il nome di Capitan Fracassa per fare riferimento a Salvini.

Fantasmi Per Salvini, sono quelli della sinistra, tornata ad attaccarlo in pompa magna. "Abbiamo riesumato dei fantasmi, le bandiere rosse me le ricordo in spiaggia solo con il mare mosso" ha detto ieri il leader leghista, che all'arrivo a Marina di Pietrasanta è stato accolto da un centinaio di manifestanti a suon di fischi, cori e 'Bella ciao'.

Frittata Quella che ormai "è fatta" e dopo la quale non si può tornare indietro. Parola di Luigi Di Maio, che ha chiuso alla possibilità di un 'ritorno di fiamma' col suo partner di governo. "Salvini ha fatto tutto da solo, per tornare dopo nemmeno 24 ore nelle braccia di Berlusconi. Ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna" ha detto, lapidario.

Giullare Salvini visto dai Cinquestelle è un 'giullare', ma anche un 'pagliaccio', 'impostore', 'traditore' e 'inaffidabile'.

Governo dei perdenti Il governo 'giallorosso' (dai colori di M5S e Pd) o 'governo dei perdenti' come è stato ribattezzato da Salvini è quello che nascerebbe da una nuova maggioranza tra dem, grillini e alcuni parlamentari del Misto.

Inciucio Il leader leghista non ha dubbi. L'asse tra M5S e Pd ha tutta l'aria di un 'inciucio': "No a inciuci - ha ribadito via Facebook - no ad aprire le porte agli sciagurati del PD e restituire le chiavi del conto corrente degli italiani a Renzi, Boschi, Lotti e compagnia. No, se qualcuno ha deciso ribaltoni e inciucioni lo dica ad alta voce".

Lettere La prima missiva l'ha indirizzata, il giorno di Ferragosto, il premier Giuseppe Conte. Destinatario: Matteo Salvini. Il tema al centro del carteggio è stato lo stallo della Open Arms. Poi, sabato, Conte ha inviato una nuova lettera a Salvini ribadendo la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori che erano presenti a bordo della nave. "Conte è ancora il mio presidente del Consiglio, ma il rapporto è ormai epistolare. Lui mi scrive lettere e io gli rispondo via lettera" ha spiegato ieri Salvini.

Maggioranza Orsola Ne ha parlato l'ex premier Romano Prodi riferendosi all'ipotesi di creare un'alleanza in Parlamento tra M5S e Pd. Il nome Orsola, italianizzato da Ursula, si riferisce al voto espresso da dem, pentastellati e Forza Italia per eleggere la tedesca Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.

Mojito "Salvini si dimetta e torni ai suoi mojito" incalzano Matteo Renzi e Beppe Grillo, facendo riferimento ai cocktail e alle vacanze trascorse dal vicepremier al Papeete di Milano Marittima prima di strappare con l'alleato.

Mummia Bikini mozzafiato e sorriso smagliante, Maria Elena Boschi ha risposto per le rime a Matteo Salvini che l'ha definita "una mummia". "Capitan Fracassa dice che io sono una mummia, un saluto a tutti dal mio sarcofago" ha twittato la dem, postando una foto in costume con un gruppo di amiche al mare.

Rimpasto Per i grillini è un'ipotesi da escludere. Per i leghisti potrebbe essere una soluzione per uscire dalla crisi. Nei giorni scorsi l'ipotesi del maxi rimpasto è tornata alla ribalta. In cosa consiste? Nella sostituzione di uno o più ministri dell'esecutivo che sarebbe vita a un Conte bis. Improbabile, ma non da escludere.

Retromarcia Pentito per aver aperto la crisi? Chissà. Matteo Salvini non si sbilancia. Anche se molti, nei giorni scorsi, hanno letto nelle parole del leader leghista un sorta di passo indietro o comunque una disponibilità a 'ricucire' coi Cinquestelle. "Io martedì ascolto il presidente del Consiglio. Dipende da cosa dice Giuseppe Conte, da che idea ha dell'Italia" ha detto ieri Salvini a Marina di Massa, a chi gli chiedeva se la Lega presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del premier. Un'apertura ribadita dal numero uno del Carroccio anche nei giorni scorsi, quando più volte ha sottolineato che il suo telefonino "è sempre acceso" e che "se non c'è governo la via maestra sono le elezioni altrimenti ci si risiede al tavolo e si lavora".

Telefono Quello di Salvini, come ha ribadito più volte lo stesso vicepremier, che è sempre acceso. "Il mio telefono è sempre acceso e in queste ultime ore squilla parecchio" ha detto in più occasioni e anche ieri è tornato sull'argomento: "Tengo sempre il telefonino acceso".

Federica Mochi