Sono iniziate ieri le consultazioni al Quirinale all’indomani della decisione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E proprio il capo dello Stato ha fatto intendere subito a tutti che c’è solo un obiettivo: fare presto e mettere l’Italia in sicurezza per scongiurare il rischio di andare all'esercizio provvisorio. Mattarella ha fatto presente inoltre che, in caso di varo di un governo politico, questo non dovrà essere contro le elezioni, ma un esecutivo saldo, con una maggioranza numerica e politica chiara, con un programma di respiro per la legislatura.

Dopo una telefonata con l'ex presidente Giorgio Napolitano, il capo dello Stato ha ricevuto il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico. Poi, via via il gruppo parlamentare per le Autonomie (Svp-Patt,Uv) del Senato, il gruppo Misto del Senato e quello della Camera. Tra le 19 e le 19,30 ha chiuso la giornata il gruppo di Liberi e uguali del Senato e della Camera. A parte i due presidenti del Senato e della Camera che, come d'uso, non hanno rilasciato dichiarazioni al termine dei loro colloqui con Mattarella, la maggioranza degli altri rappresentati dei gruppi parlamentari si è pronunciata per evitare il voto anticipato.

Domani il capo dello Stato ascolterà i gruppi più numerosi e avrà finalmente davanti un quadro più chiaro di quello che ancora oggi rimbalzava dai palazzi della politica, fatto di fibrillazioni e tensioni, con le quotazioni di un accordo in ribasso in serata dopo una mattinata in cui era apparso possibile. Il presidente procede con i piedi di piombo e intende sentire dalla viva voce dei protagonisti le loro decisioni. Solo dopo trarrà le sue conclusioni. A quel punto avrà davanti presumibilmente due vie: o la maggioranza dei gruppi (in termini di numeri parlamentari) si sara' espressa per le elezioni anticipate, oppure per il tentativo di dar vita a un nuovo governo per evitare la fine anticipata della legislatura.

Se si confermassero gli assetti annunciati ieri (con il sì a un governo di M5S, Pd, Leu e gruppi Misti) al Senato ci sarebbero 171 voti senza contare i senatori a vita e alla Camera si partirebbe da 341 voti. Ma le difficoltà sono ancora tante, l'intesa sembra in alto mare e il presidente Mattarella intende procedere senza anticipare i tempi. Già oggi scarterà uno dei due percorsi. Se il gruppo grillino dirà che è finita l'esperienza con la Lega e che intende provare la strada di un nuovo governo con il Pd, allora Mattarella convocherà un secondo giro di consultazioni prevedibilmente all'inizio della settimana prossima. Tempo per permettere a Pd e Cinque stelle di avvicinarsi e soprattutto di trovare un nome di un presidente che Mattarella incaricherà. Solo dopo aver ottenuto il nome del possibile futuro presidente del Consiglio il capo dello Stato potrebbe concedere altro tempo per limare i dettagli dell'accordo. Oggi sfileranno le forze politiche più consistenti: alle 10 Fratelli d'Italia, quindi alle 11 e alle 12, rispettivamente, Pd e Forza Italia. Nel pomeriggio, alle 16 e alle 17, Lega e M5S. Sarà una giornata, quella di oggi, davvero fondamentale per i destini dell’Italia.