Di nuovo contro l’Europa e di nuovo contro i tecnocrati. È questa la strategia di Matteo Salvini per martellare il futuro Governo che si potrebbe materializzare nel giro di poche settimane. Il progetto sta riuscendo dal cassetto della "Bestia", che è vero, non è mai andata in letargo, ma nelle ultime ore è tornata a ruggire come non mai e sempre in chiave anti Bruxelles. Basta dare un’occhiata al profilo facebook del Capitano e leggere uno degli ultimi post e comprendere il fil rouge della nuova tattica salviniana: "Conte chiede aiuto alla Merkel per battere Salvini. E alla fine i grillini votano per Ursula Von Der Leyen".

Già, l’elezione presidente della Commissione Ue ha certificato il "tradimento" dei grillini. E qualcuno osa dire che proprio in quell’occasione iniziò la fine del rapporto fra i gialli e i verdi. Detto questo, qualcosa sta succedendo all’interno della Lega. Da quando l’8 agosto Salvini ha innescato la crisi di governo, si nota da più parti l’attivismo di Alberto Bagnai, l’economista anti Ue che non molto tempo fa discettava di "insostenibilità dell’Euro". Bagnai è ormai sempre al fianco di Salvini.

Lo accompagna ai comizi e gli fornisce report economici basati sullo sforamento del deficit. Per non parlare di Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio e inventore dei Mini-bot, che proprio in queste ore osa dire: "Se non si torna a votare, abbiamo già la strategia. Per noi è win-win". E sempre Borghi in un’intervista al magazine tedesco Capital torna a evocare l’uscita dalla moneta unica: "L’euro è la valuta sbagliata per l’Italia, uscire dalla moneta unica farebbe bene al nostro Paese.

Un’uscita si potrebbe compiere solo se avessi la legittimità democratica per farlo, ad esempio vincendo un’elezione con più del 50 per cento o se fossi costretto a farlo per motivi di sicurezza nazionale". Insomma, dopo aver incentrato i 14 mesi di governo sulla lotta agli immigrati, adesso il Carroccio è pronto a virare la strategia di comunicazione contro l’Europa dei tecnocrati. Un piano che ha come primo obiettivo quello di rivedere i rapporti con la Ue.

Sbandierando una fantaeconomica riduzione delle tasse. "Basta numerini. I vincoli europei vanno rivisti. Ho pronto un piano di riduzione delle tasse di circa 50 miliardi". Per Salvini essere "un uomo libero" significa urlare all’Europa ladrona. Non a caso, suggerisce Borghi, ieri il vicepremier ha scomodato Cicerone in un passaggio dell’intervento: "La libertà non consiste nell’avere un padrone giusto ma nel non avere nessun padrone". In questo contesto, non è certo un caso se Paolo Savona, l’economista vicino alla Lega, oggi presidente della Consob, ieri si è esibito in un duro attacco a Mario Draghi, il presidente della Bce già da settimane tirato per la giacca nel totopremier: "Draghi fece il quantitative easing nel 2012, troppo tardi, quando ormai molte imprese italiane erano saltate". Ecco, il ritorno del Savona di lotta fornisce un assist al tentativo di indebolire il progetto unitario da parte del Capitano leghista. Che riparte da qui: dall’assalto all’Unione Europea.

GIUSEPPE ALBERTO FALCI