Sessant’anni fa Dino Risi descrisse gli Italiani Poveri ma belli e le Italiane Belle povere infine insieme Poveri milionari; eravamo alle soglie del boom economico, il quale col tempo si rivelò lo scoppio di un petardo acceso dall’indebitamento pubblico. Che oggi supera 2386,2 miliardi di euro. Ettore Scola a metà degli anni 70 espresse la sua, descrivendo una società che sapeva essere tragicomicamente rancorosa perché gli Italiani erano spesso Brutti sporchi e cattivi.

L’apertura della crisi di Governo in Senato il 20 agosto ci presenta invece come Poveri e Rancorosi. Tutti gli intervenuti in aula hanno difatti parlato di una crisi che lascia l’Italia più povera e divisa e gli Italiani rabbiosi per la crisi e incattiviti per la frustrazione da impotenza. È questo l’esito dell’evolversi della nostra società dopo 70 di Costituzione Repubblicana? A quanto pare in molti ne sono convinti. Di certo mai crisi è stata più repentina, confusionaria e fuori controllo. Le procedure e le prassi non hanno retto alla formula giallo-verde. Il consolato politico tra 2 capi partito, accordatisi per un Presidente del Consiglio da usare come una pallina da ping-pong e fare tutto ed il suo contrario. Salvini ha sbagliato quando, pensandosi statista, non ha chiesto di adeguare il Parlamento al nuovo rapporto di forza emerso dalle elezioni Ue. Tutti le avevano caricate di significato politico ma nessuno neppure i vincitori (Lega e, in fondo, anche Pd) se la sentirono da chiedere le elezioni.

In quel modo sacrificarono, come d’uso, la volontà dei Padroni della Bottega (il Popolo Sovrano) al sovranismo parlamentare, indispensabile per prendere il tempo necessario a manipolare le indicazioni del voto. E mantenere la poltrona. Oggi tutti i parlamentari guardano a Mattarella nella speranza che la liturgia confermi che non il Popolo ma il Parlamento è Sovrano, perché se c’è una maggioranza in Parlamento, non c’è bisogno di sentire i cittadini. Sebbene le prove che il Parlamento, dopo due anni, non rappresenti più i cittadini italiani sono sotto gli occhi di tutti. Un politico-filosofo russo diceva che le elezioni consentono la visione solo retrospettica della società come fa il telescopio con i pianeti.

Un suo collega intuì quello che intendeva è spedì gli antenati del Kgb a risolvere il problema. Ma Mattarella nel ruolo di killer delle elezioni non ce lo vedo proprio. E sebbene abbia vissuto il suo nieta Savona al MEF come una violazione dello spirito con cui Costantino Mortati intendeva quel potere del Capo dello Stato, Mattarella terrà sicuramente conto che il governo caduto era figlio di una maggioranza composta dai partiti vincitori relativi (la Lega aveva stracciato il centrodestra a scapito di Forza Italia quanto i 5S il centrosinistra a scapito del Pd).

Terrà conto che le indicazioni delle elezioni Ue sono indiscutibili e i sondaggi, per quanto aleatori, altrettanto; infine che un Governo 5S-Pd-Leu sarebbe una scelta contro più che a favore del Paese reale, dell’economia e della stessa Ue. Del Paese perchè sono cambiati i rapporti di rappresentatività elettorale dei partiti e persino delle componenti all’interno dei partiti stessi. Dell’economia perchè gli effetti positivi della continuità politica evaporeranno rapidamente a causa del cambio di direzione dell’azione di governo su TAV, immigrazione, reddito di cittadinanza, revoca concessione ad Autostrade.

Della Ue perché Bruxelles recupererà tranquillità ma il suo scollamento con la società italiana aumenterà forse senza possibilità di recupero. E tutto questo dovrebbe accadere in omaggio al sovranismo parlamentare? Nel 2019? Dopo vent’anni e più di leggi elettorali ad uso e consumo di coalizioni perdenti ma decisive per governare e maggioranze vincenti impossibilitate a governare? Dopo 10 anni di tensioni sociali su sicurezza ed immigrazione? Dopo la rivoluzione abortita di 5S ed il loro governo nato grazie al forgipe affidato alla Lega? Speriamo di no.

di FLAVIO DE LUCA