Allerta meteo in Rai. Da codice rosso, anzi di più, se possibile. Sisma in vista, si salvi chi può. Traballano poltrone, in ansia l'esercito di direttore, giornalisti, funzionari, artisti, conduttrici e conduttori debordanti e dominatori in quella che da mesi è conosciuta e indicata come "la Rai di Salvini".

Proprio quello che doveva essere la Rai del cambiamento. L'Azienda di Stato lontana dall'influenza della politica. Come dire, gli infedeli fuori del tempio. Invece mai come ora, da un anno almeno, la politica domina, spadroneggia, orienta, fa il bello e soprattutto il brutto tempo. Vogliamo parlare del direttore del TG2, il napoletano Gennaro Sangiuliano, già devoto della destra, messo a dirigere dalla Lega e diventato portavoce e megafono di Matteo Salvini. Gli esempi sarebbero millanta, basta andarli a cercare. La politica padrona della Rai, molto più di prima, come mai era successo nella tormentata storia dell'ente di Stato.

Sintomatica, veritiera, estremamente realista la dichiarazione di Teresa De Santis, chiamata a dirigere Rai1. "Il mio editore è Palazzo Chigi". Il governo Lega-M5S, non la Rai. Più chiaro di così non è possibile, proprio no. La politica si è impossessata della Rai, fagocitata dal salvismo. Il sovranismo imperante. Ma la pacchia potrebbe finire da un momento all'altro. Recentissima caduta del governo minaccia di far saltare il banco. L'arrivo del terremoto sembra inevitabile. E come tale viene inteso all'interno della Rai, dove ora regnano preoccupazione e timori.

Comunque vada a finire – elezioni anticipate e/o governo M5S-PD o Governo del Presidente – la Rai non sarà pià la stessa. Non sarà più come quella che oggi è. Inevitabile si annuncia il cambiamento, stavolta quello vero però. Mai più dinamiche interne ad immagine e somiglianza del salvinismo. Sparita quella parvenza grottesca di governo nato da un contratto, tutti sono in discussione. E l'incertezza regnante, quella sì ora sovranista, si manifesta da alcune ore sotto forma di colpi bassi, coltellate a tradimento, sorrisi falsi, voltafaccia palese, all'insegna del si salvi chi può. S'intrecciano le domande, i dubbi si assommano di ora in ora.

Fino a formare autentici grovigli. Salvini è davvero caduto in disgrazia? Se sì, come facciamo? Salvini è ancora al comando? I grillini sono finiti? Tornerà in auge il Pd? Intanto, dovesse succedere davvero, attrezziamoci. Traduzione: saltiamo il fosso, prepariamoci a saltare sull'altro lato. Tutti attaccano tutti, più o meno terrorizzati. E tutti si chiedono quale possa essere la strategia migliore per sopravvivere ai vertici, conduttori di programmi, giornalisti, direttori. Prevalgono comunque l'attendismo e la necessità ancora non espressa di riposizionarsi.

Superfluo aggiungere che queste azioni sono patrimonio non esclusivo di un gruppo. Riguardano tutti, salviniani, grillini dichiarati, sovranisti a vari titolo. Biografo ufficiale del prode Matteo, il padano Roberto Poletti si tira fuori dal coro. Conduttore di UnoMattino Estate e già designato alla conduzione di UnoMattina, giura che non cambierà, lui starà con Salvini sempre "nella salute e nella malattia, in ricchezza e in povertà". Un indissolubile legame, manco fosse stato certificato in chiesa, davanti al sacerdote officiante il matrimonio. Vicini e fedeli al capo in disgrazia il responsabile dell'editoria della Lega, Alessandro Morelli, personaggio potentissimo, e Milo Infante, nominato vice direttore vicario per volere di Salvini, per bilanciare le scelte sbilanciate della grillina Teresa De Santis. E gli altri? Aspettano ansiosi, macerandosi nel dubbio. Reduce dal flop di Grand Tour, tagliato con la brusca chiusura anticipata, spera di condurre La Vita in Diretta al fianco di Alberto Matano, ex lettore del Tg1.

Di chiara fede leghista, Lorella Cuccarini si è spinta addirittura a bacchettare il Papa sulla questione dei migranti, facendosi poi un clamoroso autogol con le infelici dichiarazioni a La7, nella trasmissione Otto e Mezzo condotta da Lilli Gruber. Smaniosi tutti, la maggior parte costretti a momentanea prigionia dalla crisi politica provocata da Salvini con infelice intempestiva mossa. Vincenzo Spadafora, campano, sottosegretario M5s alla presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità, è sotto la cappella di Luigi Di Maio. Avrà ancora mano libera per sistemare alla grande la sua clientela? Vittorio Sgarbi, boccaccia scomposta, dichiarò in tv dell'esistenza di una relazione gay tra i due.

Parole buttare lì, però Spadafora può contare su forti agganci anche nel mondo dello spettacolo. É tra l'altro il grande sponsor di Mara Venier alla conduzione di Domenica In. Dopo aver avallato la nomina a direttore di Teresa De Santis. Li ha presentati il comune caro amico Tony Renis, già cantante di successo, ora impresario tealtrale e manager. Ma Foa com'è messo in seguito alla rovinsa caduta del governo gialloverde? Se lo chiedono in tanti. Gli stessi che sospettano la possibile riduzione di poteri in qualità di presidente. E di quale e quanto spazio potranno continuare a godere i seguaci dell'ad Fabrizio Salini, in quota M5S? Lui ha chiesto intanto il ruolo di supervisore di tutti i programmi Rai. In bilico Monica Setta, sovranista pure lei, rientrata in Rai grazie a una telefonata dle suo amico, il dem Piero Fassino, all'ex direttore Mario Orfeo.

È in ottimi rapporti con l'ad Salini, che l'avrebbe voluto con sé come conduttore di programmi di approfondimento, ai tempi della sua direzione a La7. Rimaste fuori, bruciate, Nunzia De Girolamo esclusa dalla conduzione di Linea Verde e Grand Tour, e Laura Tecce. Escluse a beneficio di figure prive di affidabili background e decisamente meno capaci, entrate in Rai e subito in carriera. Percorsi fulminei, superfluo chiarire in virtù dell'appartenenza politica. In nome di quel sovranismo che si spera sia uscito per sempre dal portone di Viale Mazzini. Grazie per la caduta del governo, ex ministro Matteo Salvini.

di FRANCO ESPOSITO