È una storia ultra secolare che adesso ha anche un proprio museo. E non si tratta di New York, del New Jersey o della Pennsylvania e nemmeno degli altri stati della East Coast dove maggiore è la presenza italo-americana. Scendiamo invece nel sud degli Stati Uniti, ci si ferma nell'Arkansas e dalla capitale, Little Rock, famosa per Bill Clinton, si devono percorrere ancora venti minuti di strada per arrivare a Little Italy, che non è, come in tantissime città grandi e piccole degli USA, il quartiere italiano, ma una vera cittadina, anche se di ridotte dimensioni. Una volta, quando per la prima volta arrivarono gli immigrati italiani, nel 1915, si chiamava Alta Villa, poi il nome fu mutato in Little Italy. La Piccola Italia dell'Arkansas, una 'unincorporated community', questa la definizione corretta, nella Pulaski e Perry County che ha anche cercato di vedersi riconosciuta come 'incorporated municipality' sforzi finora non andati a buon fine, ma mai sottovalutare la cocciutaggine degli italiani...

Adesso però Little Italy ha un motivo per sorridere lo stesso. Non solo il Festival, che si svolge dal 1927, ma ora c'è anche il Little Italy Arkansas Heritage Museum che racconta la storia di questa comunità, per alcuni versi pionieristica, e sicuramente differente da tante altre altre simili per le radici italiane. "Little Italy - spiega Chris Dorer, capo curatore del museo e ovviamente originario della piccola comunità - è unica in quanto sola enclave italiane nell'Arkansas centrale e l'obiettivo del nostro museo e far conoscere alla gente questa parte di storia che è davvero affascinante". Qual è la particolarità? Beh Little Italy e i suoi pionieri infatti hanno avuto un ruolo particolare durante il Proibizionismo. In questa parte degli USA infatti gli emigranti italiani appena arrivati hanno ritrovato condizioni, climatiche ma non solo, che hanno fatto ricordare loro la terra di origine. All'epoca si crearono quattro cantine e durante il Proibizionismo, iniziato nel 1920, Little Italy si era trasformata in una fonte sicura di vino genuino, dolce, fatto con le uve Concord.

C'erano in quegli anni solo un centinaio di abitanti, ma quella zona divenne una destinazione popolare, anche per i politici. Oltre alle cantine, due stabilimenti di birra, una sala da ballo e i campi da bocce. Alla fine del proibizionismo, nel 1933, le quattro cantine erano tutte in attività e vino e uva venivano vendute anche nei negozi di alimentari di Little Rock. Poi, negli anni Cinquanta, una grave malattia colpì i vigneti e solo poche piante sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Non ci sono più quelle cantine che hanno fatto storia, ma la tradizione di quegli anni continua ancora a essere un aspetto importante per la popolazione, che per la maggior parte è discendente dei fondatori di Little Italy. In quel tempo venne costruita anche la chiesa di St. Francis of Assisi Catholic Church, esempio della fede che ancora oggi è rimasta come centro fondamentale della comunità e infatti lì si svolge l'Italian Festival che si avvicina ormai al secolo di vita. Ma, dal 2000, c'è anche An Enchanted Evening, una cantina che ha tutti i crismi della ufficialità e che è la prima ad operare dagli anni Cinquanta.

Ma la festa grande, per ora, è l'inaugurazione di settembre del museo al quale si è cominciato a pensare nel 2012, ma solo nel 2015 si è iniziata la raccolta di documenti e artefatti. "Ci siamo sforzati nel raccontare nel nostro museo - ha aggiunto Chris Dorer - la storia degli immigrati dalla loro vita in Italia a Ellis Island fino all'Arkansas". Alta Villa, poi diventata Little Italy, fu fondata il 23 dicembre 1915, da un gruppo di italiani che prima erano passati da Chicago e dal Michigan, fu anche l'ultima colonia di immigrati cattolici nell'Arkansas. "Era stato l'Arkansas Farms Company - si legge nella storia raccontata dalla website di Little Italy - a pubblicare annunci pubblicitari sui giornali di Chicago per la vendita di fattorie della zona a 10 dollari l'acro".

Così i Busato, Perrini, Belotti, Granato e Segalla, le prime cinque famiglie italiane arrivate, decisero di allevare i propri figli in un ambiente rurale, meglio del clima che respirava nella grandi città, dove crimine e sovraffollamento la facevano da padroni. Quella terra ai piedi dei monti Ouachita ricordava l'Italia e durante il proibizionismo intervenne il governatore dell'Arkansas per permettere agli italiani di continuare a coltivare vigne e fare vino. Il segreto era un prodotto realizzato con alcol 'pulito e affidabile', in questo modo non era fuorilegge. "Da altre parti invece - ha spiegato Mr. Dorer - era adulterato, l'alcol spesso causava malattie, perchè prodotto in maniera impropria". Il museo così ripercorre tutta questa affascinante storia, le famiglie che l'hanno creata e la comunità che poi è cresciuta e ha continuato a tramandarsi oralmente quei momenti, che adesso hanno invece trovato una casa.

E i Festival tricolori sono diventati una tradizione

Dal 1927, ogni anno a Little Italy che una volta si chiamava Alta Villa, si svolge l'Italian Festival che raccoglie migliaia di persone. L'evento è ospitato dalla St. Francis of Assisi Catholic Church e vuole mettere in rilievo le radici tricolori della comunità. Una maniera per mantenere vivi i legami con l'Italia anche se un secolo abbondante è passato da quando arrivarono i primi immigrati in questa parte degli Stati Uniti. Ed è soprattutto il cibo a essere il filo conduttore del Festival attraverso antiche ricette che gli abitanti di Little Italy si sono passati da madre in figlia (o figlio).

Il Festival si svolge ogni anno la prima o la seconda settimana di ottobre. Quest'anno si terrà la 92ª edizione. Ma la tradizione italiana ha contagiato anche la vicina Little Rock, la capitale dell'Arkansas, che da qualche anno organizza l'Italian Food and Culture Festival. Il prossimo appuntamento è previsto per il 24, 25 e 26 aprile 2020 al Clinton Presidential Center con un programma che è già stato svelato, in parte, e prevede anche una competizione in cucina, a base di ricette italiane (o italo-americane...).

Ma uno dei momenti più importanti è rappresentato dalla 'Demonstration Tent', una grande tenda sotto alla quale, cuochi professionisti mostreranno come si cucina utilizzando non solo alcune delle ricette più popolari e gustose, ma anche vocaboli tratti dal dizionario italiano.

 

ROBERTO ZANNI